E Bertinotti scherza dall’Uruguay. "La soluzione? Dirigenti in esilio"

L’amara battuta del presidente della Camera: "Qui la sinistra ha vinto così, si rafforza la base"

E Bertinotti scherza dall’Uruguay. "La soluzione? Dirigenti in esilio"

Montevideo - Ma come si farà mai a tenere assieme Diliberto con Mastella, Pecoraro Scanio con la Binetti, Giordano con Mastella? Un metodo ci sarebbe: mandarli in esilio. Tutti. Così da lavorare davvero sulle cose e tornare a «vincere tra i poveri».
Sembra una battuta, ma poi neppure tanto. È un'idea seducente, che il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, sfoggia divertito durante la visita ai sobborghi più poveri di Montevideo.
Accompagnato dal sindaco della capitale uruguagia e da alcuni dirigenti del Mpp, componente maggioritaria del cosiddetto Frente amplio, il corrispondente locale dell'Unione, Bertinotti si fa raccontare il segreto del successo.
«Quando ci siamo presentati per la prima volta - racconta una di essi, oggi sindaco di un sobborgo - come Frente amplio, nel 1971, abbiamo raccolto circa il dieci per cento dei voti. Poi arrivò la dittatura militare e i dirigenti furono costretti all’esilio. Ma le nostre comunità di base hanno continuato a lavorare sul territorio, fra i poveri, hanno consolidato il blocco sociale. Tanto che, al rientro dei dirigenti, nel '90, abbiamo vinto subito le elezioni comunali di Montevideo, e poi abbiamo portato al successo il presidente Tabaré Vazquez...».
È a questo punto che Bertinotti, rivolto ai giornalisti italiani, sorride: «Vedi? La ricetta è chiara: dirigenti in esilio, le comunità di base crescono, tornano i dirigenti, si vince tra i poveri e si governa...».


Soltanto una battuta che riconduce direttamente al morettiano «con questi dirigenti non vinceremo mai»? O la riproposizione di certe esperienze di spontaneismo maoista? Il presidente della Camera prova a inquadrare la frase in un contesto più attuale e serio: «Loro del Frente riescono a stare uniti perché c’è un vincolo di unità costruito sul rapporto con il territorio e la base... Hanno fatto dell’unità la loro stella polare, non nascono per una necessità di governo...».

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