E la foto trasforma i divi in miti

«Vicini alle Stelle» è la mostra, promossa dalla Provincia, dedicata ai più grandi attori. Scatti di Sam Shaw, Tazio Secchiaroli e Chiara Samugheo

E la foto trasforma i divi in miti

Igor Principe

L'uomo più fortunato del mondo si chiama Paul Wurtzel, operaio sui set di Hollywood. A lui si deve una delle scene più celebri della storia del cinema, quella in cui la gonna bianca di Marilyn Monroe sbuffa verso l'alto scoprendo un corpo da sogno, per la felicità del suo partner Tom Ewell e delle milioni di persone che hanno visto Quando la moglie è in vacanza. Wurtzel è colui che, da sotto la grata su cui si trova la diva, punta un ventilatore contro la gonna e lo mette in azione. Se volete scoprire che faccia abbia - e soprattutto che faccia avesse in quell'occasione - potete andare alla Fondazione Mazzotta, dove domani si apre «Vicini alle stelle», ricca mostra fotografica dedicata ai miti di Hollywood e di Cinecittà.
Nello specifico, i miti vanno in coppia: Marilyn Monroe e Marlon Brando, Sofia Loren e Marcello Mastroianni. I primi fotografati da Sam Shaw, gli altri da Tazio Secchiaroli. A loro si aggiunge una carrellata di splendide attrici, catturate dall'obiettivo di Chiara Samugheo: da Monica Vitti a Claudia Cardinale, passando per Virna Lisi, Anna Maria Pierangeli, Paola Pitagora, Ursula Andress, Sandra Milo, Catherine Spaak, Scilla Gabel, Silvana Mangano e almeno un'altra dozzina.
Curata da Armand Deriaz e Uliano Lucas, e promossa dalla Provincia di Milano, «Vicini alle Stelle» appare come un doppio omaggio. C'è quello esplicito, ed è per tre fotografi che al mondo della celluloide hanno dedicato il loro lavoro, formando un racconto - soprattutto Shaw e Secchiaroli - in cui i protagonisti si lasciano alle spalle l'immagine di miti per mostrarsi come persone alle prese con un mestiere. Ma c'è anche quello implicito, ed è per il cinema. Ovvero l'arte che più ha caratterizzato il Novecento, la fabbrica dei sogni di coloro che, nel buio della sala, si sono lasciati trasportare dalle storie che scorrevano sullo schermo, vivendone le emozioni in prima persona.
Fuori da quelle storie, sogni e miti diventano normalità. Che, per amor di paradosso, torna ad alimentare il mito. È il caso di Shaw, autore di uno scatto che diverrà icona: Marlon Brando in t-shirt sul set di Un tram chiamato desiderio (1951). E di Secchiaroli, quando colse una Loren sensuale e trasognata ad Almeria, in Spagna, durante le riprese del film di Alberto Lattuada Bianco, rosso e... (1972).
Immagini arcinote, circondate da molte altre del tutto inedite, e decisamente sorprendenti.

Secchiaroli mostra bene quanto trasformisti fossero i due attori, con una Loren capace di essere un giorno madre di famiglia e l'altro bomba sexy. Shaw coglie in alcuni frammenti la leggendaria e drammatica malinconia di Marilyn, e sembra di poterla toccare con mano.

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