E per gli inglesi l’Afghanistan diventa peggio dell’Irak

Otto salme in meno di 24 ore. Otto cadaveri straziati nelle bare coperte dall’Union Jack. Otto giovani vite inglesi bruciate nell’inferno afghano di Helmand. È un «bloody friday», un dannatissimo venerdì di sangue. E il peggio forse deve ancora arrivare. «È una calda estate e non è finita», quelle parole mormorate da un terreo Gordon Brown prima di lasciare il G8 dell’Aquila per correre al quartier generale di Northwood danno il senso della gravità del momento.
Nella provincia di Helmand, la più importante roccaforte talebana dell’Afghanistan cuore della produzione d’oppio, 9mila soldati di Sua maestà sono impegnati in una partita decisiva. I 4mila marines mandati da Barack Obama avanzano a sud, loro gli inglesi combattono a nord per conquistare una fetta di territorio tra Lashkar Gah e Gereshk e garantirne il controllo fino alle presidenziali di agosto. L’hanno chiamata Panther Claw, Operazione Artiglio di Pantera, ma l’offensiva scattata il 19 giugno rischia di trasformarsi in un harakiri. Cifre e bilanci sono lì a dimostrarlo. Gli otto soldati caduti tra giovedì sera e venerdì, oltre a disegnare la giornata più nera dal 2001 ad oggi, trasformano l’Afghanistan nel conflitto più sanguinoso del decennio con 184 morti contro i 179 dell’Irak.
Per capire che quel «bloody friday» non è solo malasorte basta tener d’occhio le statistiche. Negli ultimi dieci giorni l’operazione Panther Claw è costata 15 vite, tra cui quella del tenente colonnello Rupert Thorneloe, comandante di battaglione delle Guardie del Galles, il primo ufficiale così alto rango caduto in battaglia dalla guerra delle Falkland ad oggi. E da solo il mattatoio di Helmand, ha divorato 156 dei 184 caduti inglesi degli ultimi 8 anni.
Da quel mattatoio però il premier Gordon Brown non intende andarsene. Ieri il premier inglese ha ribadito che la strategia afghana, pur essendo una «pericolosa battaglia», rimane «corretta» e indispensabile per fermare il terrorismo.

«Il nostro scopo è chiaro, fermare il terrorismo e impedirgli di arrivare nelle strade inglesi, la nostra sicurezza - ha ricordato il premier - dipende dal rafforzamento del governo afghano e di quello pakistano per metterli in grado di sconfiggere sia la minaccia di Al Qaida sia quella dei talebani».

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