E ora un altro incubo: «Fuga radioattiva»

Tre parole che fanno paura: «Possibile fuga radioattiva». Tutto il contrario del primo - rassicurante - comunicato: «La situazione nella centrale nucleare di Fukushima è sotto controllo». Dopo poche ore il capo di gabinetto giapponese, Yukio Edano, è costretto a smentire se stesso: «Sta salendo oltre il normale il livello di radiazioni nella centrale nucleare di Fukushima. In particolare l’aumento è stato registrato nell’edificio che ospita le turbine del primo reattore».
Ma i timori non riguardano solo la centrale di Fukushima, ma anche gli altri 55 impianti atomici dislocati sull’intero territorio colpito dal terremoto. Tutte centrali atomiche hanno infatti avviato automaticamente la procedura di spegnimento, portando all’evacuazione precauzionale della zona.
Erano complessivamente 11 i reattori nucleari attivi al momento della scossa, nelle prefetture di Miyagi, Fukushima e Ibaraki, e secondo le informazioni diffuse dal ministero dell’Industria «in nessun sito sono state rilevate fughe di materiale radioattivo o danni di rilievo». Ma i «bollettini tecnici» cambiano di ora in ora e il terrore che qualcosa di grave possa avvenire è palpabile. Del resto, i segnali inquietanti non mancano. Un principio di incendio a Onagawa (Miyagi), ad esempio, ha interessato le turbine, mentre «anomalie funzionali» si segnalano da quasi tutte le altre centrali. Il premier nipponico, Naoto Kan, ha dichiarato lo stato di emergenza per l’energia atomica, un atto che anche in assenza di concreto pericolo permette alle autorità competenti di rafforzare velocemente le misure straordinarie di sicurezza.
In serata è scattato l’allarme per i malfunzionamenti registrati nella centrale nucleare Fukushima numero uno, dove la procedura automatica per il raffreddamento dei reattori è stata interrotta a causa di un black-out elettrico. L’interruzione delle operazioni di raffreddamento ha fatto scendere in modo significativo il livello di acqua necessario per «calmare» i reattori appena spenti, che secondo le ultime rilevazioni è ancora fermo a 3,4 metri sopra il combustibile nucleare, due in meno del necessario. I tecnici hanno fatto arrivare generatori di corrente supplementari, e stanno tentando di riportare la situazione alla normalità.
Le autorità locali hanno invitato i residenti dell’area, circa 3.000 in un raggio di tre chilometri dal sito atomico, a lasciare temporaneamente le proprie abitazioni, e quelli nel raggio tra 3 e 10 chilometri a restare in casa, una mossa che ha alimentato voci sul pericolo di fughe radioattive.
Il governo nipponico, attraverso il segretario Yukio Edano, è intervenuto per rassicurare la popolazione, spiegando che l’invito all’evacuazione è stato rivolto su base precauzionale, non sussistendo rischi concreti di contaminazione radioattiva, e che la popolazione dell’area ha «tutto il tempo per spostarsi con tranquillità in zone sicure». In serata però l’allarme è cresciuto.

Nella sala di controllo del reattore numero 1 di Fukushima sono stati registrati livelli di radiazione 1.000 volte superiori al normale e il premier Kan ha annunciato lo sgombero di tutti i residenti nel raggio di 10 chilometri dalla centrale.

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