E ora le banche all’attacco di Bondi

Le banche si scagliano contro Parmalat. Gli istituti di credito stanno infatti valutando la possibilità di portare in tribunale il gruppo di Collecchio. L’azione legale dovrebbe essere avviata nelle prossime settimane per chiedere il «risarcimento dei danni di immagine» derivanti dalle accuse di Enrico Bondi, a cui ha fatto eco, pochi giorni dopo, anche Calisto Tanzi. Il «risanatore» e l’ex patron, durante le loro deposizioni in aula, hanno infatti gettato la croce sulle aziende di credito, sottolineandone le responsabilità nel crac Parmalat.
Ma i top banker proprio non ci stanno e considerano questa vicenda decisamente «scottante» per le ripercussioni sulla reputazione del sistema bancario. Non a caso, la «denuncia» di Bondi è stato il primo argomento affrontato ieri al comitato esecutivo dell’Abi a Milano, anche se la questione non era all’ordine del giorno. Nei prossimi giorni, secondo indiscrezioni, si metterà al lavoro una task force composta dai legali dei principali gruppi creditizi. A loro toccherà la valutazione delle pesanti parole di Bondi, secondo cui «è fuori dubbio che le banche fossero a conoscenza della situazione Parmalat» e che l’emissione dei bond collocati agli ignari risparmiatori avveniva «per tenere in vita un gruppo» che «sarebbe collassato».
Giro di tavolo, ieri, all’esecutivo dell’associazione bancaria, anche sul codice «anti-furbetti», progetto per ora in alto mare.

Resta da stabilire, infatti, quale soggetto valuterà e giudicherà il comportamento degli istituti. Qualche banchiere si è detto «perplesso» sul fatto che eventuali sanzioni decise dall’Abi possano essere «vincolanti per le banche associate».

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