E per la scalata Bnl intercettazioni ai raggi X

Al vaglio degli investigatori i comunicati diffusi da Unipol e una telefonata tra il numero uno della compagnia e un dirigente. Confermata l’iscrizione nel registro degli indagati per i vertici del gruppo

da Milano

Comunicazioni al mercato ritenute poco veritiere e alcune intercettazioni telefoniche ricevute in copia dalla Procura di Milano. Su questi i elementi si fonda la svolta dell’inchiesta sulla scalata Bnl che ha portato alle iscrizioni nel registro degli indagati dei vertici di Unipol. Anticipate ieri da Il Giornale le iscrizioni sono state confermate ieri dal procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara.
Le parole di Consorte. Nella mole della documentazione acquisita da Milano, in particolare, gli investigatori ritengono di rilievo un’intercettazione telefonica tra l’ad di Unipol Giovanni Consorte e il manager Roberto Giay. Consorte commentava: «Le banche, per capirci oppure le cooperative... oppure Hopa, questi sono i soggetti no? Comprano le azioni del contropatto, siccome poi noi faremo un’Opa obbligatoria di concerto proprio con questi qui con Hopa, le cooperative e le banche. Se loro domani comprano le azioni da questi qui ad un prezzo che è esattamente lo stesso con cui...di quello con cui noi lanceremo l’Opa, ci sono problemi?». L’intercettazione, seppur inutilizzabile come prova nel contenuto, essendo stata disposta in altro procedimento, assume un valore comunque indiziario. E contribuisce a definire il quadro delle ipotesi accusatorie.
Bisogna anche aggiungere che a Roma aldilà delle intercettazioni riportate nelle ordinanze del gip Clementina Forleo e di quelle riportate in una prima informativa della Guardia di Finanza ai Pm milanesi e risalente a fine giugno, non è giunta altra documentazione. Come mai, visto che le conversazioni intercettate nell’indagine Antonveneta dovrebbero essere più di 16mila?
Interrogatori top secret. Del resto l’attività degli inquirenti sottotraccia non si è mai arrestata. Basti pensare a interrogatori dei quali non si è mai venuti a conoscenza. Come quello del legale rappresentante del Leonardo Capital Fund, azionista di Bnl, interrogato a metà giugno come teste. Oppure a quello di Ruggero Bottazzi di Borsa Italiana e Paolo Zannoni, rappresentante legale di Centrosim, sentiti anche loro come testimoni nei primi giorni di giugno. Un’attività esplorativa che ha assunto rilievo con le documentazioni ricevute da Isvap, Banca d’Italia e Consob tra luglio e agosto. Scatoloni di documenti dai quali si possono ricostruire i passaggi delle azioni Bnl alla vigilia dell’Opa.
Gli incontri con Fazio.

Dalle indagini trapela sul governatore trapela che vi sarebbe stato un solo incontro con Luigi Abete, due con Giovanni Consorte e tre con Manuel Gonzales del Bbva. Altri appuntamenti c’erano poi stati con Diego Della Valle (1), ed esponenti del contropatto come Francesco Gaetano Caltagirone (1) e Stefano Ricucci (4).

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