Ecco il british-funky secondo i «Jamiroquai»

Ariela Piattelli

Cinque album alle spalle, ben venti milioni di dischi venduti in tutto il mondo, i Jamiroquai tornano a Roma (domani sera alle 21.30 all’ippodromo delle Capannelle per la rassegna Roma Rock Festival) dove presenteranno Dynamite, il nuovo lavoro che già è in vetta nelle classifiche di mezzo mondo. Di sfide importanti i Jamiroquai ne hanno vinte molte (cinque Mtv Awards ed un Grammy), ma il leader della band, Jason Cheetham, in arte Jay Kay (nel suo nome d'arte l'artista ha scelto il cognome della madre, Karen Kay, una cantate jazz molto nota negli anni '60) sembra puntare sempre più in alto e parlando del nuovo disco spiega: «Devo dimostrare ancora molto. Bisogna sempre dimostrare qualcosa in questo gioco. Adoro l'emozione di vedere un brano prendere forma e per fare questo album ci siamo presi il nostro tempo, cambiando e ricambiando i pezzi per trovare la strada giusta». Jay Kay oltre a rappresentare una tra le voci più originali nel panorama rock-funky, è diventato una vera e propria icona.
Il «fenomeno Jamiroquai» nasce nel '92 nel Regno Unito, e la fantasia ha rappresentato la linfa vitale della band sin dai suoi esordi: Jay Kay fu l'ideatore del nome della band, scelse di fondere quello di una tribù nativa americana, gli Iroquois, con il termine musicale «jam».
In pochi anni hanno conquistato le platee europee e quelle d’oltreoceano, con live appassionanti, dischi dalle inconfondibili copertine e titoli di album che sembrano portare messaggi per l'umanità, come Emergency On The Planet Earth, il disco di esordio.


Al concerto del Romarock Festival, la band, oltre a presentare i brani del nuovo disco, proporrà i pezzi «storici» che hanno fatto dei Jamiroquai un fenomeno di costume oltre che musicale. Ingresso 20 euro. Infoline: 06.7182139.

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