Grandissimo poeta, mediocre come pittore. Arthur Rimbaud (1854-91) era un disegnatore piuttosto scadente, quasi infantile, non all'altezza delle sue capacità letterarie. È quanto rivela una raccolta inedita di disegni. Ma la sua famiglia, con in primo luogo la sorella Isabelle e il marito, forse anche per camuffare la vita errabonda e burrascosa del poeta «maudit», del «maledetto» simbolista, non accettò di buon grado questo scarso talento dimostrato dal congiunto e decise di far circolare belle pitture a sua firma, ma che in realtà non sono altro che dei falsi confezionati, è il caso di dire, ad arte.
Contrariamente ai suoi amici Paul Verlaine e Ernest Delahaye, il poeta francese aveva una matita ben lontana dall'eccellenza, dal tratto piuttosto sommario, come mostra una serie inedita di disegni realizzati negli anni dell'infanzia e della gioventù, che raffigurano ragazzini, scene di vita quotidiana in campagna e in città, con animali e oggetti d'uso comune.
A portare alla luce questo materiale «artistico» finora sconosciuto, raffigurato su quaderni di scuola, su carte di atlanti geografici o su lettere, è stato il saggista e ricercatore francese Jean-Jacques -Lefrere, autore del nuovo volume «Les dessins d'Arthur Rimbaud» che esce in questi giorni dall'editore parigino Flammarion. Lefrere ha scovato disegni mai visti prima, ma anche fotografie e un'iconografia ricca e totalmente sconosciuta della famiglia del poeta, che presenta aspetti poco noti di Rimbaud. Un capitolo del libro di Lefrere è intitolata «Dessins dont Rimbaud n'est pas l'auteur» («Disegni di cui Rimbaud non è l'autore») e dimostra come gli acquerelli e i pastelli dal tratto fine, delicato attribuiti al poeta sono in realta dei falsi. Ad alimentare l'immagine del poeta come bravo disegnatore fu in particolare la sorella Isabelle Rimbaud e soprattutto suo marito Paterne Berrichon, i quali assicurarono che certi dipinti raffiguranti l'Abissinia o l'Arabia erano direttamente opera della mano di Arthur.
«Se oggi questi disegni non ci dicono niente su Rimbaud, questi falsi costituiscono gli indici complementari della censura e dello snaturamento che orchestrò la famiglia del poeta per imporre l'immagine che essa avrebbe voluto lasciare ai posteri», ha sottolineato Jean-Jacques Lefrère, ricordando che questi falsi furono esposti nelle vetrine della mostra della Biblioteca Nazionale di Francia per celebrare i 50 anni del simbolismo.
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