Ecco la notte in cui Armani ha conquistato New York

New YorkQuarantacinque minuti di sfilata e 7 di standing ovation: una cosa mai vista perfino a New York dove se ne vedono sempre tante. Il primo a scattare in piedi è Leonardo Di Caprio seguito a ruota da Glenn Close, Ricky Martin, Isabel Huppert, Martin Scorsese e Lauren Hutton: i più fedeli tra i molti fan dello stile Armani. Battono le mani con entusiasmo anche Renée Zellweger, Naomi Watts, Hilary Swank, Pappi Corsicato, Paolo Sorrentino, Ellen Barkin, Jeremy Irons e pure Anna Wintour in prima fila accanto a Oscar de la Renta, il decano degli stilisti americani. Giorgio Armani s'inchina più volte a ringraziare in fondo alla passerella dalla lunghezza-record di 87 metri, ma i 700 invitati all'eccezionale serata intitolata One Night Only New York continuano ad applaudire, un vero e proprio trionfo. Re Giorgio è visibilmente felice ed emozionato anche se dopo, nel backstage, nasconderà i suoi sentimenti sotto un paio di battute spiritose. La prima è una domanda: «Chi non si emoziona con Mahler nelle orecchie?» chiede alludendo alla colonna sonora dell'ultima uscita, un fulminante vestito in tulle illusione con innumerevoli petali di pizzo macramè della collezione Privè per il prossimo inverno dedicata al color carne che il mondo della moda chiama «Nude». L'altra riguarda la targa consegnatagli l'altro ieri dal sindaco Bloomberg che ha proclamato ufficialmente il 24 ottobre come l'Armani day: «Credevo fosse uno scherzo di Halloween» dice sorridendo. Poi racconta che qualcuno gli ha detto di aver pianto «e io sono così cretino da crederci» conclude sapendo benissimo che le lacrime sono inevitabili dopo un simile spettacolo di stile e coerenza.
Le 152 modelle (una per ogni look in passerella) cominciano a sfilare sulla musica composta da Nino Rota per Fellini. Apre un completo giacca e pantaloni con una pioggia di cristalli bianchi sopra e sotto neri della collezione Privè 2005, l'anno dell'esordio di Armani nel rarefatto mondo dell'alta moda francese. È l'unico riferimento temporale della sfilata scandita da scritte tipo «Maharaja», «Lumiere de la nuit» oppure «Eclat de Pierres» che indicano le ispirazioni dei capi. In alcuni casi è facile dare una data alle varie creazioni semplicemente perché ricordiamo che la collezione dedicata alla luna è di due anni fa, mentre quella dello scettro passato da Re Giorgio alle donne capaci di regnare su ogni tipo d'etnia era in passerella lo scorso gennaio a Parigi. Tutti i modelli anche a distanza di anni conservano intatta la geometrica precisione delle proporzioni e il gusto sublime della decorazione. Restiamo addirittura senza fiato davanti alla serie Hommage au Japon con i mantelli gonfi degli anni Cinquanta con gli inconfondibili disegni del kimono e quei sublimi bustier che sembrano sbocciare dall'obi, l'alta cintura dell'abito tradizionale giapponese.
«Armani è un monumento vivente alla creatività - sentenzia Lauren Hutton - nell'armadio ho dei suoi vestiti di 27 anni fa che metto ancora con grande piacere e che le mie sorelle mi chiedono in prestito per le grandi occasioni». Bellissima con le sue rughe da saggia settantenne che non ha ceduto alle lusinghe del lifting, l'attrice e top model più raffinata degli anni Ottanta è stata la donna Armani per eccellenza negli Usa, un simbolo di eleganza sofisticata e nuova che ha radicalmente cambiato il vocabolario dello stile internazionale.

Lo stilista-imprenditore le riserva un'accoglienza speciale perché anche lei come New York è una pietra miliare della sua lunga marcia verso un successo e una notorietà che si riverberano positivamente sull'Italia intera.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica