Nicolas Sarkozy, estasiato, si sarebbe fatto sfuggire un entusiasta «è bello», puntualmente registrato dalla stampa. E d'altra parte la sua reazione è comprensibile. Di cosa parlava? Del «Téléphone cryptographique pour réseau etatique et militaire», per gli amici «Teorem». Un telefonino cellulare da agente segreto, virtualmente non intercettabile, prodotto dalla Thales communication. E così Sarkozy, in visita a Cholet, nella Francia occidentale, in uno degli stabilimenti dell'azienda che deve il nome al filosofo greco Talete, quando gli hanno spiegato che con quel telefono avrebbe potuto parlare in maniera più sicura, sia sulle linee commerciali che su quelle protette, grazie a un nuovo sistema di crittografia super sicuro, ne ha voluto immediatamente uno.
Un telefono che sembra perfettamente normale, uno smartphone qualunque. Ma che invece, come garantisce uno dei progettisti, «garantisce un altissimo livello di sicurezza», al punto che, dei 20mila pezzi che saranno prodotti nei prossimi anni (fra il 2010 e il 2011), secondo le prime indiscrezioni, 14mila rimarranno all'interno del dipartimento della Difesa. D'altra parte, la crittografia che rappresenta il punto forte del prodotto, è frutto di un lavoro congiunto fra Thales e Dga, la Direzione generale degli armamenti, che ne hanno presentata una prima versione nel 2007. E che ora, sfruttando il fatto che Teorem può lavorare praticamente su qualunque linea, comprese anche quelle fisse e la telefonia Voip, ovvero tramite il web, sono pronte a raccogliere i frutti del loro lavoro e a offrire ai grand commis di Parigi la possibilità di parlare tranquillamente al telefono.
Perché, che le linee telefoniche mobili non siano esattamente sicure, non è un mistero per nessuno. L'algoritmo che protegge le telefonate fatte tramite rete gsm, alla base delle telefonate di 4,1 miliardi di utenti al mondo, per esempio, è appena stato svelato da un giovane hacker, Karsten Nohl. Che ha dimostrato come violare la privacy delle chiamate sia facile, grazie anche al fatto che la crittografia utilizzata è vecchia e le chiavi sono ad «appena» 64 bit. Insomma, ora, per intercettare le telefonate del nostro vicino di casa, basterebbero un personal computer, apparecchi radio da circa 1500 euro (3000 dollari) e 15 minuti di tempo. Non esattamente dati confortanti per chi volesse parlare al telefono di dati sensibili.
Anche per questo, all'inizio del suo mandato, gli uomini che si occupano della sicurezza informatica e non solo di Sarkozy e del suo staff, avevano ripetutamente ordinato loro di non usare i BlackBerry, i super-telefonini prodotti dalla canadese Rim, temendo accessi non autorizzati da parte di spie straniere, visto che i server sfruttati dagli smartphone erano nel Regno Unito e negli Usa. Ordini che avevano riscosso un successo solo parziale, ma che ora, con quello che è stato già ribattezzato «Sarkophone», diventeranno superflui.
E chissà che non si riaccenda anche l'atavico senso di competizione che ha sempre caratterizzato le pur buone relazioni fra Parigi e Washington: in fondo, al collega Barack Obama, i servizi segreti il BlackBerry lo hanno lasciato, pur sottoponendolo a forti restrizioni e a un servizio di protezioni aggiuntive e personalizzate. Che ora trova un valido concorrente nel modello chauviniste creato in Francia.
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