Ecco lo scandalo: permettere ancora simili show

Diceva il grande Petrolini: «Non ce l'ho con te, ce l'ho con quello che ti sta vicino e non ti butta di sotto», riferendosi a uno spettatore poco cortese della galleria al Teatro Ambra Jovinelli. Così si potrebbe trasformare la battuta per il caso Santoro, scandalo ricorrente e perfino logoro, non fosse che di mezzo c'è l'odio per Israele: «Non ce l'ho con te, ce l'ho con la Rai che t'ha ripreso e ti mantiene, ce l'ho con la Rai sempre più incapace di produrre e controllare programmi degni di una televisione pubblica». Anche perché, parliamoci chiaro, non è che il caso sia esploso perché è stata vergognosa la trasmissione messa in piedi dal nostro e dai suoi fidati amici, è nato perché qualcuno, Lucia Annunziata, ha rotto il giocattolo. A tutti o quasi coloro che non seguono il suo copione, Santoro toglie la parola, copre la voce, organizza trappoline calunniose, e c'è sempre qualcuno, anzi molti, che si compiace e plaude alla pluralità dell'informazione. Qualche tempo fa Vittorio Sgarbi, in situazione di analoga gravità, li prese sanamente tutti a male parole, e diede al suo allora sindaco, la prude Letizia Moratti, un pretesto in più per liberarsene. Annozero però andò avanti imperterrito, fino al nuovo scontro, con una vecchia amica-nemica, che ha deciso di abbandonare lo studio, metodo, ora lo sa anche lei, impeccabile da seguire quando a restare non c'è scopo alcuno.
Michele Santoro non è che il prodotto, trascinatosi per vent'anni con tanto di passaggio dai nemici berlusconiani che pensarono scioccamente di farne un argomento a favore, della peggior televisione pubblica, che si rivela ogni giorno più incapace di assolvere all'obbligo costitutivo, che è allo sbando definitivo, priva di direzione e di organo di controllo, priva di programma. Sarà bene ricordarsi questo, piuttosto che concentrarsi sull'episodio Gaza, che è un orrendo episodio ordinario dell'antisemitismo e della simpatia morbosa per estremisti e integralisti, che informa la sinistra italiana. In più questa volta gli amici divulgatori del verbo di Hamas non si sono resi conto che tra i palestinesi il consenso per il movimento terrorista non è compatto come un tempo.
Ma resta il fatto che non c'è solo Santoro a tradire la vocazione della televisione pubblica. In Italia è diventato normale alternare trasmissioni di mera ritualità e di finto approfondimento, nelle quali con la stessa formula si passa disinvoltamente dalla politica alla cronaca nera, alla cucina, al lancio dei film panettone, alle diete di moda, a trasmissioni a tesi urlate e faziose. Mai viene garantito che una vicenda si illustri per com’è, con ricchezza di fatti, immagini e informazioni, che il dibattito si animi di differenti opinioni, espresse con calma e autorevolezza da persone che ne hanno pieno titolo, che il conduttore sia il garante della civiltà del discutere e della garanzia da offrire a chi guarda, che non capisce, subisce pubblicità, ed è pure costretto a pagare un balzello odioso, che passa sotto il nome di canone.
Non solo nessuna riforma, pur dichiarata urgente e necessaria, viene intrapresa, ma la Commissione parlamentare di Vigilanza è presieduta da un fantasma. Meglio, da un signore eletto legittimamente come risposta al boicottaggio e all'incapacità di Walter Veltroni e dell'opposizione, ma oggi diventato un impedimento, tant’è vero che i componenti della Commissione disertano le riunioni e di fatto l'organismo è stato messo in mora e in burla. Non solo presidenza, direzione generale, responsabili di informazione e di rete non vengono sostituiti, ma quelli rimasti sono delegittimati, e al contempo non devono rispondere più del prodotto che offrono.
Rientra a pieno titolo nella logica di distruzione della televisione pubblica il proliferare di dilettanti al ballo e al canto, di cosce e tette, di soldi distribuiti senza ragione. Ma questa parte, chiamiamola così, di svago popolare e populista non farebbe l'impressione funesta che ormai ispira se l'offerta prevedesse anche, con rigore, buona musica e un po' di buon teatro, reportage nazionali e internazionali, approfondimenti politici dignitosi. Inutile prendersela con Il Grande Fratello, che va in onda su una televisione commerciale e gratuita, e non intervenire sul degrado della programmazione della Rai.

Anche la nuova trasmissione di Rai 2 Malpensa, Italia, il cui conduttore dichiara che sarà il Santoro del Nord, è profondamente sbagliata. Se c'è un Santoro della Lega, quello originale resta un intoccabile, invece di un cattivo esempio da superare infine.

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