Casini è uno degli sponsor più forti del governo Monti. Non a caso ha detto, più di una volta, che vedrebbe bene il Professore anche nel 2013, dopo le elezioni politiche. Ufficialmente alla guida di una coalizione allargata, che tenga uniti i principali partiti, dal centrodestra al centrosinistra, come quella che ha sostenuto - e sta sostenendo - il governo tecnico. In realtà il suo vero obiettivo è l'alleanza con il Pd.
Il leader dell'Udc ha detto chiaro e tondo che, pur stimando allo stesso modo sia Renzi che Bersani, preferisce il secondo nella battaglia delle primarie e sinistra. Il motivo? "La vittoria di Renzi spaccherebbe il Pd". E ciò vorrebbe dire la fine del suo (vero) progetto politico. Da parte sua Bersani ha già fatto capire di non volerne più sapere di Di Pietro ("ci continua a insultare"), strizzando l'occhio ai centristi che vedono l'Idv come il fumo negli occhi.
In passato (non un secolo fa ma nelle regionali 2010) l'Udc aveva appoggiato la sinistra in quattro regioni: Piemonte, Liguria, Marche e Basilicata. In questi casi, tra gli alleati, c'erano anche i diepietristi e la sinistra radicale. L'Udc più di una volta ha precisato che si trattava solo di alleanze locali. Ma quando i segnali aumentano, tutti nella stessa direzione, vuol dire che i tempi sono maturi per produrre un cambiamento anche nella politica nazionale. A Genova il neo sindaco "arancione" Marco Doria ha accettato, su esplicita richiesta del Pd locale, di far entrare in giunta un uomo dell'Udc al posto di uno dell'Idv. Un altro segnale di cambiamento che va nella medesima direzione. A cui va aggiunto il sostegno dei centristi alla candidatura dell'eurodeputato del Pd, Rosario Crocetta, alla guida della Regione Sicilia.
Pericoloso, però, fare il "grande salto" sbagliando i tempi: l'accordo politico tra post democristiani (magari con qualche ministro tecnico di peso a dare manforte) e i post comunisti può avvenire solo dopo il voto (e con una nuova legge elettorale che
permetta di tenere le mani libere). In questo modo, infatti, Casini eviterà di perdere troppi voti. Quei voti moderati, alternativi alla sinistra, che non vedrebbero di buon occhio un'alleanza dichiarata con Bersani & C.
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