Dalla Via della seta alla Via degli stracci

Da dieci anni nel capitale della società della Bicocca è entrato un socio cinese, che oggi ha il 37 per cento della Pirelli

Dalla Via della seta alla Via degli stracci
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C'è una vicenda di politica industriale che si sta giocando proprio in queste ore, che fa ben comprendere quali siano i giganteschi interessi commerciali che ballano tra Italia, e dunque Europa, Stati Uniti e Cina. E passano per un laboratorio di eccezione, la Pirelli.

L'azienda negli ultimi venti anni ha investito un mucchio di quattrini per rendere gli pneumatici intelligenti. Si tratta di un misto tra ferro, anzi gomma, e software: vecchia e nuova economia. Grazie a un algoritmo e con la gomma zeppa di sensori, ciò che viene rilevato sul manto stradale finisce nella centralina dell'auto. Con questa gigantesca mole di dati si può impostare una guida sicura ed evitare molti inconvenienti.

Una grande innovazione tecnologica che rischia di avere un limite commerciale. Praticamente uno pneumatico di alto livello su due, si vende negli Stati Uniti. E sin dall'epoca dell'amministrazione democratica di Biden, gli americani hanno messo una serie di paletti alle tecnologie cinesi. Trump le ha rese immediatamente operative.

Da dieci anni nel capitale della società della Bicocca è entrato un socio cinese, che oggi ha il 37 per cento della Pirelli. Anche dalle nostre parti è sorta una certa preoccupazione, quando si è capito chiaramente, e diversamente dai patti iniziali, che il socio rischiava di essere eterodiretto dallo Stato cinese. Si applicò la famosa Golden Power, per limitare i poteri dei consiglieri di Pechino.

Il problema però non è risolto, è solo sedato. In soldoni ora Pirelli, con una tecnologia unica e vincente, rischia di perdere il mercato più importante e più ricco del mondo. Il prossimo 26 marzo ci sarà un consiglio di amministrazione chiave. Solo lì capiremo se gli investitori cinesi comprano imprese e tecnologia italiana per fare quattrini e rendere più solide le aziende che partecipano, o investono per fini politici e di controllo.

Il socio cinese si trova infatti ad un bivio. Mantenere gli assetti di consiglio e proprietari così come sono, sapendo che così facendo distruggeranno valore. Oppure potranno ridurre, ovviamente senza azzerare come più volte ipotizzato dal mercato, la loro presa sulla società italiana, permettendole di giocarsi la partita.

Sarà una cartina di tornasole per l'intero sistema

italiano. La vicenda Pirelli non interessa solo i suoi azionisti, ma farà emergere le vere intenzioni degli investimenti cinesi in Italia. Il rischio che corriamo è che la Via della seta si trasformi in una via degli stracci.

Commenti
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Avatar di vinvince vinvince
24 Mar - 18:05
@Salvatore2022 …. non si dicono queste cose altrimenti passi per un complottista …
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Avatar di rimauro rimauro
24 Mar - 11:14
Per conoscere i veri interessi cinesi in Italia, è più che sufficiente andare nella città di Prato. I cinesi l'hanno trasformata a loro piacimento e non si muove foglia che la Cina non voglia.
Avatar di Lordvessel Lordvessel
24 Mar - 17:14
@rimauro Dove gli operai cinesi lavorano 14 ore al giorno senza domeniche e/op ferie e con paghe da fame ma guarda caso con i sindacati ZITTI e BUONI.
Avatar di Destra Delusa Destra Delusa
24 Mar - 11:44
Grande Cina, andiamo ad investire lì che c'è un bacino di utenza infinito e facciamoci scontare le loro elettriche che si ricaricano in 5 minuti
Avatar di Laveritaintasca Laveritaintasca
24 Mar - 11:52
E la nostra cara " Giorgia " da che parte sta'???
Avatar di Salvatore2022 Salvatore2022
24 Mar - 13:17
@Laveritaintasca di certo non dalla parte della cina
Avatar di Borsa Borsa
24 Mar - 12:19
E' una domanda retorica. I cinesi sono entrati per acquisire la società e presumo anche il business in occidente (per stipulare l'accordo Pirelli chiese apposta il delisting); al momento di cedere la piena gestione operativa della società, i soci italiani hanno chiesto la quotazione in borsa e invocato al governo italiano l'applicazione della golden power per mantenerne il controllo. Se c'é un protezionismo di stato é quello invocato strumentalmente dai soci italiani per mantenere il controllo della società! Le vendite in USA sono un "accidente" di percorso, non previsto e prevedibile nell'accordo iniziale e nella golden power decisa dal governo.
Avatar di Salvatore2022 Salvatore2022
24 Mar - 13:23
La cina è interessata solo a impadronirsi delle nostre tecnologie e aziende per farci concorrenza sleale e per invaderci senza armi. Il governo dovrebbe intervenire per evitare che si impadroniscano del made in italy
Avatar di vinvince vinvince
24 Mar - 18:05
@Salvatore2022 …. non si dicono queste cose altrimenti passi per un complottista …
Avatar di nordest48 nordest48
24 Mar - 14:59
Con mio grande dispiacere perché avevo criticato la via della seta mi sono convinto che bisogna approfondire di più con la Cina gli scambi commerciali visto che Trump insiste con i dazi se lo scambio import/esport con l'UE è a favore della UE può anche voler dire che agli americani piace di più la nostra roba che la loro così come giustamente Trump insiste che loro spendono in proporzione di più nella nato e ci costringono ad alzare il bilancio per le spese sugli armamenti per poi comprare da loro basta fargli capire che invece degli f35 compriamo j20 cinesi che sono militarmente funzionali o i Su57 russi poi vediamo
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Avatar di Fjr Fjr
24 Mar - 15:25
@nordest48 questi sono i risultati della delocalizzazione,tutto il mondo si e' servito dei cinesi per produrre a basso costo e rivendere a prezzi folli,Apple ne e' uno degli esempi piu' lampanti,gli abbiamo insegnato il mestiere ,come produrre con qualita' portando il knowhow ma non solo,installando intere linee di produzione,famosa la Foxconn,adesso ci stupiamo perche' i cinesi invadono il mercato con i risultati che ben conosciamo,quindi cosa dire forse chi e' causa del suo mal?
Avatar di Salvatore2022 Salvatore2022
24 Mar - 17:08
@Fjr verissimo. Se anche i politici occidentali lo capissero e iniziassero a invertire questa follia sarebbe un bene per tutti
Avatar di Salvatore2022 Salvatore2022
24 Mar - 17:12
@nordest48 i jet cinesi e russi non sono valide alternative e se anche ci accontentassimo per ritorsione verso trump (cosa che merita) passeremo dalla padella alla brace. Hai visto com è andata con putin per il gas. Coi dittatori non bisogna fare troppi affari, specialmente su settori strategici come la difesa o finiremo ricattati e questo sarebbe anche peggio degli attacchi economici di trump.

Abbiamo valide alternative europee agli f35, inferiori sicuramente ma comunque buoni e prodotti nell ue
Avatar di Pettir45 Pettir45
24 Mar - 16:51
Parafrasando, perché non trasformarsi nella via della gomma... da masticare?
Avatar di Giaca63 Giaca63
24 Mar - 17:12
Io come tecnico ho lavorato in Cina negli hanno 90 installando macchine utensili.

Sapete cosa facevano il giorno dopo?

Le smontavano per poterle copiare e cosi da sempre.

E' impossibile competere con loro facciamone una ragione!!!
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