Guerra dei dazi e rischio escalation: cosa c'è dietro l'allarme di Fitch e WTO sull'economia globale

Trump rilancia la sfida a Pechino: chi vuole sconti sui dazi Usa dovrà rompere con la Cina. Allarme degli analisti sulla crescita globale. E la Casa Bianca si scontra con la Fed

Guerra dei dazi e rischio escalation: cosa c'è dietro l'allarme di Fitch e WTO sull'economia globale
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Nel pieno della nuova escalation commerciale tra Stati Uniti e Cina, Donald Trump rilancia la sua linea, imponendo un ultimatum al resto del mondo: scegliere tra Washington e Pechino, a rischio di incorrere in nuovi dazi statunitensi. Secondo quanto anticipato dal Wall Street Journal, gli USA intendono vincolare oltre 70 partner commerciali a restrizioni anti-Cina in cambio della riduzione delle proprie barriere tariffarie. Giorgia Meloni potrebbe essere la prima leader internazionale a dover affrontare direttamente questa scelta durante il bilaterale previsto giovedì alla Casa Bianca. Sul tavolo, anche la recente decisione italiana di uscire formalmente dalla Nuova Via della Seta, pur mantenendo un partenariato strategico con Pechino.

Nel frattempo, le conseguenze sul piano macroeconomico iniziano a farsi sentire. Fitch Ratings ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita globale, portandole sotto il 2% annuo, con una riduzione di 0,4 punti rispetto alle stime precedenti. Tagli significativi anche per Stati Uniti (+1,2%) e Cina (sotto il 4%), nonostante il robusto +5,4% del PIL cinese nel primo trimestre. L’area euro è attesa crescere di meno dell’1%. Le tensioni commerciali, sottolinea Fitch, hanno innescato una spirale di contromisure tra Washington e Pechino che mina la fiducia degli investitori, rallenta la spesa delle famiglie e alimenta l’inflazione, attesa al 4% negli USA. Anche la WTO lancia l’allarme, stimando un possibile calo degli scambi globali compreso tra lo 0,2% e l’1,5% nel 2025.

E intanto prosegue lo scontro fra il presidente degli Stati Uniti e il numero uno della Federal Reserve, con un impatto immediato su Wall Street: alle ore 20,30 il Nasdaq è crollato del 3,5%. “La Fed non sarà mai influenzata da una pressione politica", ha assicurato Jerome Powell, sottolineando che l'indipendenza della Fed è ben conosciuta e compresa al Congresso e a Washington. In questa amministrazione Trump “sta operando cambiamenti di linea rilevanti, in particolare sul commercio, i cui effetti dovrebbero allontanarci dai nostri obiettivi di inflazione e crescita” ha affermato Powell, durante un evento all'Economic Club di Chicago. “La mia speranza - ha aggiunto - è che attraverseremo questa fase» per tornare a una situazione di maggiore normalità e minore incertezza”.

Nonostante le pressioni interne – inclusa una causa annunciata dal governatore della California Gavin Newsom – Trump difende la sua strategia. “Grazie ai dazi stiamo recuperando centinaia di miliardi dopo decenni di perdite”, ha dichiarato in un’intervista a Fox Noticias. Secondo fonti vicine al Tesoro USA, a guida Scott Bessent, l’obiettivo della Casa Bianca è rafforzare la pressione su Pechino impedendo alle imprese cinesi di esportare indirettamente attraverso altri Paesi, insediarsi in economie terze per aggirare i dazi, o inondare i mercati di beni a basso costo. Tra le misure draconiane, anche l’esclusione dei titoli cinesi dalle borse statunitensi.

In risposta, le poste di Hong Kong hanno annunciato la sospensione delle spedizioni verso gli Stati Uniti, definendo “intimidatori” i nuovi dazi.

Xi Jinping, intanto, prosegue il suo tour in Asia per rafforzare l’area di libero scambio Cina-ASEAN, mentre da Pechino arrivano i primi segnali di apertura condizionata: “Serve un dialogo su basi di rispetto e vantaggio reciproco”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri cinese.

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