Alla fine, dopo tante discussioni, la partita s'è chiusa (almeno, al Senato) nel modo più strambo, con un tributo definito ora Iuc (il Tuc si prestava troppo ad essere chiamato Truc!), e cioè un Tributo Unico Comunale che però ne contiene tre, uno e trino come la Santissima Trinità. Un gioco furbesco? La realtà è comunque che lo Iuc non è altro che un insieme dell'Imu, di una vera e propria Imu bis (Tasi) e di una tassa rifiuti con un nome nuovo (Tari). Il tutto, lasciando invariati e rendendo addirittura stabili gli spropositati moltiplicatori catastali Monti che erano stati introdotti in via provvisoria ed eccezionale. Per questo impianto, non c'è altro da esprimere che una profonda delusione. La riduzione dell'aumento dell'aliquota massima ImuTasi dal 10,6 per mille all'11,6 per mille (che, se pur nascosto tra le righe, la Confedilizia aveva subito rilevato e denunciato) è solo un atto dovuto. Non si poteva infatti pensare che si avesse il coraggio di aumentare formalmente il livello massimo della tassazione in una situazione nella quale i proprietari che locano versano allo Stato il canone che percepiscono fino al 16 ottobre (pari a 288 giorni) tenendo per sé solo quello relativo a 77 giorni. La mancata eliminazione, poi, del ripristino della tassazione - abolita nel 2011 e respinta solo 3 mesi fa - degli immobili anche involontariamente non locati, molte volte a causa delle politiche dei Comuni, è un'ignominia non degna di un Paese civile.
Il voltafaccia del Governo sulla service tax approvata e ufficialmente comunicata dalla Presidenza del Consiglio nell'agosto scorso e ora sostituita con una vera e propria Imu bis, rappresenta dal canto suo una nuova vittoria del partito della spesa e dello spreco locali, non attenuata dal pur positivo riferimento alla necessità che le aliquote della «tassa servizi» siano correlate da parte dei Comuni ai servizi e ai loro costi.*Presidente Confedilizia
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.