"Non risponde". E scatta il (duro) accertamento del Fisco

La comunicazione dell'agenzia delle Entrate diventa atto impositivo. Cosa accade se il ricorso non avviene nei tempi previsti

"Non risponde". E scatta il (duro) accertamento del Fisco

Qualora il contribuente, una volta ricevuta la lettera, non fornisca alcun riscontro all'agenzia delle Entrate e non regolarizzi la violazione segnalata, la comunicazione preventiva che segnala l'anomalia può diventare atto impositivo immediatamente esecutivo e impugnabile.

Questa è una delle varie proposte scritte all'interno della relazione per il contrasto all'evasione fiscale. L'agenzia delle Entrate da anni, in maniera tale da favorire l'adempimento spontaneo, invia comunicazioni per segnalare le anomalie nelle dichiarazioni. Questo per dare l'opportunità di correggere errori e omissioni. Può accadere, come riporta il Sole 24 Ore, che mettendo a confronto i dati dichiarati dal contribuente con quelli delle banche dati delle Entrate questi non combacino. In questo caso si parla di anomalie e possono riguardare omissioni o infedeltà. I contribuenti hanno in questo modo la possibilità di regolarizzare la propria posizione mediante ravvedimento.

Se questo non accade però e non viene fornita alcun tipo di giustificazione sulla situazione ritenuta anomala dall'agenzia delle Entrate allora il contribuente viene incluso in una lista selettiva per essere successivamente controllato. La funzione dell'esecuzione del controllo è di deterrenza. In caso contrario si rischia di generare il convincimento dell'impunità e di aumentare la propensione all'inadempimento. Ottenendo di fatto l'effetto contrario rispetto al fine delle comunicazioni.

Sorge allo stesso tempo il problema, tenendo presente il significativo numero di comunicazioni che dovranno essere inviate nel triennio 2022-2024, che l'agenzia delle Entrate potrebbe non essere in grado di effettuare i controlli promessi nei confronti di chi non regolarizza la propria posizione. Proprio da qui nasce la proposta di individuare con un provvedimento sempre dell'Agenzia, alcune tipologie di comunicazioni (nelle intenzioni qualitativamente più attendibili) che avrebbero le caratteristiche tipiche dell'atto impositivo. Perciò ci sarà scritto: indicazione dell'imponibile, aliquote, imposte, sanzione, interessi, motivazione e via dicendo.

Quando si riceverà una comunicazione simile, il contribuente potrà comunque regolarizzare la violazione secondo le regole del ravvedimento. In caso contrario avrà la possibilità di presentare all'Ufficio le osservazioni in merito all'errore segnalato che determinerà l'instaurazione di un procedimento contraddittorio preventivo. Quest'ultimo si concluderà con l'archiviazione, vale a dire l'emissione di un avviso di accertamento parziale.

E poi potrà impugnare direttamente la comunicazione entro un termine maggiore di quello previsto per le osservazioni e la produzione di documenti.

Passato il termine di impugnazione la comunicazione diventerebbe titolo idoneo per la riscossione degli importi segnalati.

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