"Alitalia torna pubblica? È una pessima scelta"

Il presidente di Air Dolomiti: "Nazionalizzare non funziona. Noi pronti a 500 assunzioni"

"Alitalia torna pubblica? È una pessima scelta"

Nei prossimi quattro anni Lufthansa assumerà oltre 500 persone in Italia, soprattutto giovani, investendo 100 milioni in Air Dolomiti, la controllata fondata 27 anni fa dalla famiglia Leali specializzata nei voli a medio e corto raggio. Air Dolomiti raddoppierà i dipendenti (da 577 a 1.100) e gli apparecchi (da 12 a 26) e nuovi centri tecnici saranno aperti a Milano, Firenze e Torino oltre al rafforzamento della base operativa di Verona per garantire collegamenti nuovi e con gli hub di Monaco e Francoforte. L'artefice della crescita è il presidente Joerg Eberhart, 47 anni, un manager che conosce molto bene l'Italia. Ex pilota Lufthansa, Eberhart ha guidato a Lipsia un'azienda cargo in partnership tra Dhl e la compagnia tedesca prima di essere nominato, dal 2007 al 2010, numero 2 di Air Dolomiti di cui nel 2014 è diventato presidente.

Perché investire oggi in Italia?

«Lufthansa considera Air Dolomiti il suo fiore all'occhiello per il servizio e la qualità operativa, perché unisce la pianificazione a lungo termine tedesca con la creatività e l'eccellenza del servizio italiano. In Italia c'è spazio per un trasporto aereo di qualità».

Dove cercate i 523 dipendenti?

«Saranno tutti assunti in Italia. Già oggi io sono l'unico tedesco in Air Dolomiti e mi sento mezzo italiano. Vivo con mia moglie e i miei tre figli a Verona. Quando potrò cumulare i 10 anni di residenza chiederò la cittadinanza».

Quali figure cercate?

«Innanzitutto piloti, almeno 168: 12 per ognuno dei nuovi 14 apparecchi. Ma anche assistenti di volo e personale di terra. La qualità della formazione di scuole e università è molto elevata».

Requisiti di età?

«Vogliamo fare qualcosa per i ragazzi italiani che escono da scuola molto ben preparati e talvolta non trovano sbocchi. La maggior parte delle assunzioni sarà di persone tra 19 e 35 anni».

Ci sono in Italia tutti questi piloti?

«Sono figure che formiamo direttamente noi. Chiunque può fare domanda per entrare in Air Dolomiti, anche senza esperienza di volo specifica, anche senza soldi, purché conosca bene l'inglese. L'addestramento per i piloti dura due anni e costa 100mila euro. Per i candidati che si impegnano a restare in Air Dolomiti almeno 5 anni questa spesa resterà a nostro carico».

Formazione gratis?

«Il brevetto sarà regalato a chi deciderà di rimanere con noi. Non ricorreremo a formule come il prestito da restituire una volta assunti».

Come avverrà la selezione?

«Sarà creata una sorta di Accademia del volo. I test saranno in inglese ad Amburgo, con prove di abilità cognitiva e motoria messe a punto per l'Agenzia spaziale tedesca. L'addestramento avverrà in Italia».

È la strategia consueta di Lufthansa nel reclutamento?

«È un modello unico in Europa. L'abbiamo inventato noi di Air Dolomiti per l'Italia. Puntiamo sulla valorizzazione dei singoli. E i giovani italiani sono entusiasti, hanno doti di problem solving che talvolta mancano a noi tedeschi».

Quindi per gli oltre 500 che supereranno la selezione la formazione è gratis e il posto garantito.

«Al primo anno lo stipendio per un pilota con un impegno normale sarà sui 60.000 euro lordi».

Voi nei mesi scorsi avevate valutato anche il dossier Alitalia.

«Sì, il mercato italiano è molto importante e c'interessa molto, ma oggi Alitalia richiede un profondo risanamento. È stato necessario anche quando Lufthansa ha acquisito compagnie come Swissair e Austrian Airlines e oggi vediamo i buoni risultati della ristrutturazione».

Come valuta la rinazionalizzazione di Alitalia?

«Lo Stato non è un buon imprenditore, in nessuna parte del mondo».

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