Cambia la busta paga per le partite Iva? Adesso arriva la cassa integrazione

I diretti interessati potranno richiedere solo per un semestre negli anni 2021/2023 i benefici previsti dall'ammortizzatore sociale

Cambia la busta paga per le partite Iva? Adesso arriva la cassa integrazione

Dovrebbe essere in dirittura di arrivo la realizzazione di un ammortizzatore sociale anche per i lavoratori autonomi e partite Iva. È Iscro (Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa) l'acronimo di questo strumento, introdotto per la prima volta nella storia economica del nostro Paese dalla legge di Bilancio 2021.

Il timore, tuttavia, è che questo tipo di ammortizzatore sociale, come accaduto anche per gli altri già visti durante la pandemia, possa risultare lacunoso e comunque poco determinante per risolvere il problema a monte. Sembra in effetti più che altro un tentativo di arginare la crisi del lavoro indipendente senza prendere in esame le motivazioni alla base di essa. Oltre a ciò si aggiunge anche il fatto che non paiono essere comprese nei benefici proprio tutte le categorie che possono invece rientrare a pieno titolo nel gruppo dei "lavoratori autonomi".

Stando a quanto è dato sapere al momento, sarà l'Inps ad occuparsi di erogare l'Iscro nel triennio di sperimentazione 2021/2023. Destinatari dovrebbero essere gli iscritti alla Gestione separata che svolgono lavori autonomi, non pensionati nè beneficiari di reddito di cittadinanza o di assicurazioni presso altre forme di previdenza obbligatoria. Il diretto interessato sarà inoltre titolare di una partita Iva da almeno 4 anni e nell'anno che precede la presentazione dell'istanza (in cui non potrà essere superata la soglia di 8145 euro) dovrà aver conseguito un reddito inferiore al 50% della media dei redditi prodotti nei 3 anni antecedenti. Altro requisito richiesto è quello di essere perfettamente in regola con la contribuzione previdenziale. L'istanza, da effettuare online all'Inps entro e non oltre i 31 ottobre dei tre anni della sperimentazione, potrà essere comunque presentata solo una volta.

L'indennità, su base semestrale, sarà pari al 25% dell'ultimo reddito attestato dall'Agenzia delle entrate. Questa spetta al lavoratore autonomo a partire dal primo giorno successivo alla presentazione online dell'istanza complessivamente per sei mensilità e non comporta accredito di contribuzione figurativa: il totale sarà compreso tra i 250 e gli 800 euro al mese. Iscro non concorre, inoltre, alla formazione del reddito ai sensi del D.p.r. 917 del 22 dicembre 1986. Se si chiude la partita Iva nel corso dell’erogazione dell’indennità, quest'ultima non sarà più corrisposta. Non solo. Verrà infatti avviato anche il recupero delle mensilità eventualmente erogate dopo la data in cui è cessata l’attività. Tra le condizioni imposte dal governo anche l'obbligo di partecipare, secondo modalità ancora in via di definizione, a corsi di formazione professionale gestiti dell’Anpal (agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro).

A risultare esclusi da tali misure sono gli iscritti agli ordini professionali."In attesa di poter leggere i provvedimenti attuativi dell’Iscro, dobbiamo purtroppo rilevare che l’indennità non potrà avere un impatto economico decisivo a livello individuale, vista l’ampia platea a cui si rivolge a fronte di un plafond di risorse esiguo", spiega il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del lavoro Marina Calderone, come riportato da "Il Corriere". "Il primo e maggior limite dell’Iscro è quello di escludere per l’ennesima volta i professionisti ordinistici, nonostante rappresentino una parte essenziale del comparto autonomo e stiano subendo la crisi quanto gli altri lavoratori indipendenti.

Tutti i professionisti che offrono servizi alle imprese hanno subito una riduzione della liquidità; dunque bisognerebbe subito pensare a destinare risorse a fondo perduto ai professionisti che hanno strutture da mantenere e stipendi da pagare visto che, è bene ricordarlo, i professionisti sono a loro volta datori di lavoro", conclude.

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