Salgono le tensioni tra Atlantia e il governo Conte per la risoluzione del nodo Autostrade per l'Italia (Aspi), di cui la holding detiene l'88%. Si sarebbe di fronte a un nuovo stallo. Ma in Piazza Affari, alla vigilia del cda della società di Ponzano Veneto che oggi dovrebbe avviare il processo di valorizzazione dell'asset, il titolo Atlantia ha chiuso la seduta in rialzo del 3% a 13,64 euro.
Oggi Atlantia (di cui i Benetton possiedono il 30%) è chiamata a deliberare la scissione della partecipazione in Autostrade per l'Italia, che dovrebbe poi confluire nella newco «Autostrade Concessione e Costruzioni spa» o, in alternativa, la cessione dell'intera quota. Il percorso, presupposto per l'uscita dei Benetton da Aspi, era stato prospettato dai Benetton già a inizio agosto, in seguito al mancato raggiungimento di un accordo sulle modalità di ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale del gruppo, attraverso l'aumento di capitale riservato previsto dall'intesa di metà luglio. Il governo tuttavia sarebbe tutt'altro che d'accordo con questa prospettiva che, in ultimo, potrebbe portare la newco in Borsa, riducendo di conseguenza la spazio della trattativa in corso. Ecco quindi che, secondo quanto ricostruito ieri dal Sole 24 Ore, l'esecutivo vorrebbe legare l'approvazione del piano economico e finanziario della rete autostradale proprio all'ingresso di Cdp. In sua assenza Aspi si troverebbe in una sorta di «limbo» che potrebbe ostacolare l'ingresso di ulteriori azionisti.
Lo scontro ruota sempre attorno a due temi fondamentali: la valorizzazione di Aspi, che i soci di Atlantia e Aspi vogliono a prezzi di mercato, e la richiesta di manleva da parte della società guidata da Fabrizio Palermo. «Tci supporta un'operazione trasparente. Per questo crediamo che lo spin off di Aspi sia la cosa giusta da fare. Non abbiamo nulla contro l'ingresso di Cdp a patto che questo avvenga al giusto prezzo di mercato. Un aumento di capitale di Aspi distruggerebbe invece il valore» ha detto ieri all'Adnkronos Jonathan Amouyal, partner di Tci Fund (socio di Atlantia con una quota compresa tra il 6 e l'8%).
Cdp, secondo fonti vincine al fascicolo, pone invece come condizione all'ingresso in Aspi la garanzia che sia l'attuale proprietà a farsi carico dei danni indiretti causati dal crollo del Ponte Morandi che venissero riconosciuti in futuro in sede giudiziaria.
Da Ponzano Veneto, alcune fonti replicano di essere disponibili a dare accesso a Cdp ai dati sull'intera rete autostradale per la due diligence, ma una volta negoziato il prezzo, il rischio di impresa se lo accolla il compratore.
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