Autogrill venduta agli svizzeri. I Benetton avranno più del 20%

Dufry lancia un'Opa e rileva il 50% della famiglia che sarà il primo socio del gruppo. Mercato deluso, titolo giù del 7%

Autogrill venduta agli svizzeri. I Benetton avranno più del 20%

Dopo alcune settimane di voci, mai smentite, è arrivato l'annuncio della fusione tra Autogrill, leader mondiale nella ristorazione per chi viaggia, e la svizzera Dufry, numero uno nel retail aeroportuale e nei duty-free. Nasce così un colosso che distacca nelle classifiche di settore tutti gli altri operatori, pronto a confrontarsi con un mercato potenziale stimato oltre 100 miliardi di dollari. Tecnicamente Dufry, che è una public company quotata a Zurigo, acquista Autogrill attraverso uno scambio di nuove azioni con Edizione, la cassaforte del gruppo Benetton che controlla Autogrill con il 50,3%, tanto che l'operazione è soggetta al golden power; Edizione, dopo l'operazione, deterrà tra il 20 e il 25,2% della società svizzera diventandone di gran lunga il primo azionista, in grado di imprimere visione e strategie.

Si tratta, in sostanza, dello scambio di una quota di maggioranza assoluta con una quota di maggioranza relativa di un soggetto molto più grande (Autogrill nel 2019 ha fatturato 5 miliardi e oggi ne capitalizza 2,44, Dufry nel 2019 aveva ricavi per 9 miliardi di franchi e in Borsa oggi ne vale 2,94). Il modello è un po' quello della fusione tra Luxottica e la francese Essilor, che vide l'ingresso in maggioranza degli italiani grazie al conferimento della quota in Luxottica.

La governance tuttavia sembra premiare gli svizzeri, perché presidente resta Juan Carlos Torres e Ceo Xavier Rossinyol, mentre ad Alessandro Benetton è attribuito un ruolo a prima vista decorativo presidente onorario mentre l'ad di Autogrill, Gian Mario Tondato da Ruos, viene spedito negli Stati Uniti come presidente esecutivo di tutte le attività nordamericane del gruppo; Enrico Laghi, ad di Edizione, e Paolo Roverato, presidente di Autogrill, saranno vicepresidenti. Ma a ben guardare, la carica onorifica permetterà a Benetton di mantenere le relazioni strategiche con i grandi investitori internazionali ruolo di altissimo profilo mentre Tondato sarà il vero uomo forte operativo: nella sua area il nuovo gruppo raccoglie il 50% dell'intero fatturato (stimato 12 miliardi) e il 70% dell'utile operativo (1,3 miliardi). Una volta effettuato lo scambio azionario, Dufry lancerà un'offerta obbligatoria di acquisto e scambio, al fine di togliere il titolo Autogrill dalla Borsa di Milano; il concambio sarà lo stesso effettuato con Edizione 0,158 azioni Dufry per ogni azione Autogrill oppure 6,33 euro in contanti per azione. Ieri il mercato è stato preso in contropiede (nelle ultime settimane aveva scommesso su una valutazione superiore di Autogrill), così i titoli Autogrill a Milano hanno chiuso a 6,34 euro (meno 7,42%) e Dufry a Zurigo a 32,42 franchi (più 3,78%). La nuova holding quotata cambierà nome, ma i marchi sul mercato a cominciare da Autogrill resteranno intatti.

Da un punto di vista industriale l'operazione intende ottenere il massimo delle sinergie tra le due attività commerciali: il food, va ricordato, lavora in un bacino di domanda che è solo un quarto di quello con cui si confronterà il nuovo colosso che avrà quindi più spazio per crescere. Le filosofie cambiano: solo sette anni fa Autogrill aveva scorporato e venduto proprio a Dufry le attività retail; oggi torna tutto insieme, dopo crescite parallele.

Da un punto di vista

finanziario, osservatori indipendenti fanno notare che Autogrill, anche grazie all'ultimo aumento di capitale, è molto più solida di Dufry, che risulta più indebitata e appesantita da un certo quantitativo di bond in circolazione.

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