In Italia l'allarme è altissimo. Dopo i fallimenti a catena di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti, "c'è il rischio di un effetto domino per quelle banche che hanno una situazione finanziaria e una governance precaria dove l'interferenza politica e la cattiva gestione hanno portato a prassi bancarie fuori dalle logiche di mercato". Ai microfoni dell'Adnkronos Diego Valiante, capo dell'unità mercati Finanziari del Ceps, lancia un allarme senza precedenti sui rischi che aleggiano sul sistema bancario italiano. Un allarme che suona come un requiem per milioni di risparmiatori in balia degli investimenti scellerati delle proprie banche.
"Il problema è che non sappiamo quali siano questi istituti a rischio perché c'è poca trasparenza - aggiunge l'economista - quello a cui abbiamo assistito con Banca Etruria è un fallimento della vigilanza prudenziale della Banca d'Italia ma soprattuto sui mercati da parte della Consob sulla vendita di alcuni strumenti". "La vendita di questi prodotti senza fornire le informazioni adeguate non era un caso isolato ma una prassi acquisita - sottolinea - quindi ci troviamo più davanti a un caso di truffa che di fallimento, che dimostra la mancanza di vigilanza perchè una vigilanza seria se ne sarebbe accorta, ma anche un problema di governance". Per Valiante i meccanismi di vigilanza nazionali sono inadeguati. Tuttavia l'intervento della Banca d'Italia è stato adeguato solo quando la Bce ha preso il controllo delle banche sistemiche ed ha fissato le linee-guida per le altre. "Questo - fa notare l'analista del Ceps - ha portato via Nazionale a muoversi perché inserita in un contesto europeo".
Allargando l'orizzonte all'Unione bancaria e all'introduzione di uno fondo di garanzia sui depositi, secondo Valiante, dopo il caso Banca Etruria il progetto appare più lontano. "I tedeschi non accetteranno finché Roma non farà passi avanti con la riforma bancaria - sottolinea - perché la Germania, prima di condividere i rischi, chiede che vengano ridotti al minimo". In ogni caso sul sistema bancario, continua l'esperto, "in Italia c'è ancora molta strada da fare per riformarlo in favore di una maggiore integrazione e consolidamento non solo tra banche italiane, ma anche tra banche italiane e banche estere".
"Questo non vuol dire che in Germania non ci siano problemi simili, ma la Germania o altri paesi si sono dotati prima di noi di Fondi di garanzia mentre in Italia ci sono solo al momento strutture minori: quindi nel panorama internazionale - conclude - Roma non ha provveduto a creare meccanismi di protezione che gli altri hanno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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