Banche o pallone? Lo scontro fra Italia e Germania in ambito europeo si gioca a molti livelli. Proprio mentre Angela Merkel fa la voce grossa con l'Italia e s'impunta a non voler rivedere le regole del bail-in, ecco che dal Fondo monetario internazionale parte un siluro che si dirige dritto dritto proprio contro le banche tedesche. A partire da Deutsche Bank, definita fonte di rischi per l'intero sistema finanziario globale, che sarebbe "il più rilevante contribuente netto ai rischi sistemici tra le banche di rilevanza sistemica globale, seguita da Hsbc e Credit Suisse".
Le banche tedesche sarebbero, secondo l'analisi del sistema finanziario germanico pubblicata ieri dall'Fmi, particolarmente vulnerabili ai bassi tassi d'interesse, ponendo un serio problema di scarsa redditività. Il sistema bancario della Germania, rileva infatti Alessandro Merli per il Sole 24Ore, è infatti contraddistinto da un alto numero di casse di risparmio e banche cooperative, che in molti casi seguono un modello di business tradizionale, con un gran numero di filiali e costi assai alti. Il valore delle loro azioni è precipitato.
Il rischio è che, se i tassi d'interesse si manteranno bassi come è ragionevole aspettarsi, gli istituti di credito germanici possano esporsi a rischi pur di cercare rendimenti, in misura molto maggiore di quanto rilevato nelle valutazioni del 2011 dello stesso Fmi.
Le banche tedesche, insomma, dipendono in gran parte dai margini d'interesse e questo schema non verrà modificato a meno di profonde ristrutturazioni. Che però, almeno al momento, non sono in vista. Anche e soprattutto per volontà politica: l'Fmi sottolinea infatti come "i progressi nel limitare le influenze non commerciali siano ancora limitati".
Il problema della trasparenza
Un altro tema spinoso è poi quello posto dalla reazione che spesso le banche tedesche oppongono all'autorità di vigilanza. Sovente infatti gli istituti di credito non mettono a disposizione tutti i dati necessari e in alcuni casi non hanno nemmeno adottato gli standard contabili internazionali in vigore.
Le preoccupazioni riguardano anche le assicurazioni
A finire nel mirino dell'Fmi, però, non sarebbero solo le banche.
Anche il settore assicurativo, infatti, sarebbe assai esposto: fondando il proprio business su polizze vita a rendimento garantito intorno al 3%-4%, le compagnie di assicurazione tedesche hanno sviluppato un modello di business che in tempi di bassi tassi d'interesse non è più sostenibile.Non è un caso, d'altronde, che banche ed assicurazioni germaniche siano state fra le più negative contro la politica dei bassi tassi d'interesse orchestrata dalla Bce.
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