Dal gennaio le pensioni torneranno ad essere rivalutate dopo il blocco alle perequazioni che ha accompagnato gli assegni in questi ultimi anni. Di fatto dal 2019 è previsto un incremento dell'1 per cento legato a quella che una volta veniva chiamata "scala mobile", ovvero la rivalutazione automatica. Le buone notizie sono soprattutto per gli assegni che vanno oltre la quota delle minime. Infatti al 31 dicembre, come ricorda Italia Oggi, andrà in scadenza la disciplina transitoria introdotta nel 2014 che bloccava in modo rigido le rivalutazioni sugli assegni. La cifra esatta dell'aumento dovrebbe arrivare con un decreto del Mef e del ministero del Lavoro.
Di fatto con un incremento dell'1 per cento le minime saliranno dal 507,42 euro a 512,49 euro. Novità anche sugli importi dell'assegno sociale che andranno da 453 euro a 457,53 euro. I cambiamenti sugli importi riguardano anche gli assegni superiori alle minime. Si avrà una piena rivalutazione sulla fascia di pensione mensile fino a 1.523 euro che corrisponde a 3 volte il minimo. Poi la rivalutazione andrà al 90 per cento per gli assegni che vanno da 1.523 e 2.538 euro per quelle cinque volte il minimo. Inoltre ci sarà una rivalutazione dello 0,75 per cento per gli assegni che superano cinque volte il trattamento minimo.
Ma attenzione: il governo sta studiando un piano per congelare gli assegni alti e dunque metterli fuori dalla rivalutazione. Di Maio ha infatti proposto un "raffreddamento" dei trattamentiche superano i 4500 euro. La catergoria di assegni che più di ogni altra è entrata nel mirino dell'esecutivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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