È guerra aperta per il canone Rai tra il governo e le società che gestiscono l'energia elettrica. Di fatto il nodo da sciogliere riguarda i romborsi per chi paga per errore. L'esempio classico è questo: una famiglia dimentica di segnalare all'Agenzia delle Entrate di non avere in casa il televisore. La sua bolletta elettrica sarà ricaricata della rata dell'imposta televisiva e onorata in modo automatico attraverso il conto corrente bancario. Poi ci si accorge di aver pagato per erroree scatta il ricorso per chiedere il rimborso. Un altro esempio riguarda marito e moglie che hanno un solo reddito, un'unica entrata di 8000 euro lordi l'anno (o inferiore). Lui, il capofamiglia, ha più di 75 anni. La legge li esenta dal versamento del canone tv che invece hanno pagato per un anno. E anche qui scatta la richiesta di rimborso. Ma chi paga? La società di energia elettrica o lo Stato?
L'articolo 6 del decreto attuativo prevede che la famiglia indirizzi alla società elettrica la richiesta di restituzione dei soldi. L'Agenzia delle Entrate - come spiega Repubblica - girerà la pratica all'Aquirente Unico (società pubblica che garantisce le forniture elettriche alle famiglie). L'Aquirente Unico informerà la società elettrica della necessità di rimborsare attraverso una banca dati comune. Questo trasferimento di informazioni avverrà entro il 15 di ogni mese e metterà la società elettrica nelle condizioni di restituire i soldi alla famiglia dentro una fattura della luce. Le società elettriche però non vogliono cedere su questo punto. Farsi carico dei rimborsi è un'operazione molto costosa.
La legge di Stabilità chiarisce che queste società non operano "come sostituti di imposta". Ergo sarebbero esonerate dal rimborso. E dunque è ancora giallo su chi materialmente dovrà rimborsare chi paga per sbaglio il balzello tv.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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