La mannaia del sostanzioso aumento dei costi delle bollette di luce e gas sta per abbattersi sulle imprese e sulle famiglie italiane. Nonostante gli incentivi previsti dal governo Draghi uno tsunami rischia di travolgere milioni di persone, assestando un duro colpo all’economia, con un brusco freno dei consumi. Per evitare conseguenze disastrose, il consiglio dei ministri è al lavoro; l’idea è di prevedere nuove ed efficaci misure anti rincari. L’obiettivo è salvare le aziende e dare un po’ di ossigeno ai nuclei familiari maggiormente in crisi.
Aumentare la platea dei beneficiari degli aiuti
Una delle soluzioni allo studio, come riporta il quotidiano Il Messaggero, è quella di inserire tra i destinatari degli incentivi anche le famiglie con Isee più alto. In questo modo più persone potrebbero usufruire dei bonus che annullano i rincari delle bollette di luce e gas. L’unica difficoltà è data dal fatto che bisogna finanziare l’operazione; i fondi previsti dalla legge di Bilancio non sono sufficienti.
Il modello francese
Sono in molti, in ogni caso, a proporre la soluzione adottata in Francia: tariffe amministrate estese anche ai nuclei familiari oltre che alle aziende, sempre nell’ottica di aumentare la platea dei beneficiari degli incentivi. Bisogna, però, decidere in fretta, poiché i margini di manovra sono sempre più ristretti.
Chi usufruisce dei bonus
Per ottenere gli sconti si deve rientrare tra i circa 3 milioni di contribuenti che ricevono gli aiuti, ovvero coloro che hanno un Isee inferiore agli 8.265 euro annui, oppure quelle famiglie con almeno quattro figli che hanno un reddito che non arriva ai 20mila euro all’anno. A questi si aggiungono i percettori del Reddito di cittadinanza e i cittadini che soffrono di gravi patologie. Tutto questo, comunque, secondo i calcoli del governo, non è sufficiente per invertire la rotta ed evitare il brusco freno dei consumi.
La crisi delle imprese
Gli aumenti dei prezzi dell’energia elettrica e del gas metteranno in difficoltà soprattutto le aziende. Per Confindustria, sono oltre mezzo milione i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro per la chiusura di centinaia di imprese. Ecco perché il consiglio dei ministri è preoccupato maggiormente per il mondo imprenditoriale.
Potrebbe essere utile garantire alle aziende in difficoltà almeno 3 miliardi di metri cubi al prezzo indicativo tra 16 e 20 euro per megawattora, rispetto agli oltre 80 degli attuali prezzi di mercato. Ma al vaglio del governo ci sono anche altre possibili soluzioni, anche se ormai è una corsa contro il tempo e non è detto che si riesca a risolvere la questione in maniera strutturale.
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