La compresenza contemporanea di FiberCop e di Open Fiber nel panorama nazionale della fibra ottica non è un sinonimo di efficienza. Parola di Dario Scannapieco, ad di Cdp (socia di maggioranza di Open Fiber col 60% e presente nella concorrente attraverso F2i; ndr). «Oggi l'assetto industriale di quel settore non è ottimale e ci sono duplicazioni», ha dichiarato ieri a margine del Forum Multistakeholder a Milano. Proprio FiberCop ha registrato di recente le dimissioni dell'ad Luigi Ferraris dopo meno di sette mesi dalla sua nomina, perché convinto della necessità di almeno 3 miliardi di investimenti in più rispetto alle stime per rinnovare una rete fissa ormai datata. Parallelamente, Open Fiber si trova alla vigilia di un aumento di capitale da un miliardo di euro per garantire l'operatività del gruppo e completare la rete entro giugno 2026. L'operazione sbloccherà altri 2 miliardi di finanziamenti bancari.
Con la sua sintesi Scannapieco ha sostanzialmente interrogato gli addetti ai lavori sul cui prodest. L'idea di una rete unica nazionale appare come una soluzione per ottimizzare gli investimenti e garantire una copertura più ampia ed efficiente del territorio nazionale. E forse non è un caso che in FiberCop per lo sviluppo della rete sia arrivato un ex Open Fiber come Stefano Paggi. In ogni caso la discussione riguarderà gli investitori privati e pubblici. Scannapieco ha, inoltre, escluso per ora un aumento del proprio coinvolgimento in Tim per il 23,7% di Vivendi che è oggetto di attenzione da parte di primari gruppi di private equity come Cvc, Apax e Bain. «Cdp ha una quota del 9,8% e per il momento non abbiamo contezza di altre cose», ha tagliato corto. Lo stesso contegno viene tenuto nei confronti di Aspi anzi, per meglio dire, di Hra, la holding che ne detiene l'88,6% e che vede Cdp al 51% e Blackstone e Macquarie con il 24,5% ciascuno. «Il dialogo con i fondi rispetto al piano di Autostrade per l'Italia procede costruttivamente», si è limitato a dire Scannapieco che, anche qui, deve mediare tra esigenze di investimenti e di ritorno economico.
Proprio il Forum Multistakeholder ha fatto emergere come le tematiche Esg siano caratterizzate da una luce diversa. La questione, per i giovani imprescindibile, non lo è altrettanto per i mercati a caccia di rendimenti. Scannapieco ha sottolineato che «ora il vento sta cambiando», anche se «in Italia la sostenibilità rimane prioritaria» e Cdp «resta realista». Nel triennio 2022-2024 la Cassa ha raccolto 2 miliardi di euro tramite bond Esg. Anche l'intelligenza artificiale va affrontata alla luce del contesto geopolitico.
L'Europa «è nel mezzo; abbiamo capito che non ci sono solo gli Usa a cui guardare, ma anche la Cina è importante», ha spiegato il presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, aggiungendo che l'Ia da un lato «accelera la transizione ecologica», ma dall'altro pone problemi «a livello di impatto ambientale».
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