Cgia: "Le pmi spendono 26,5 miliardi in burocrazia"

La Cgia di Mestre: "Il carico fiscale sugli utili di una impresa italiana ha raggiunto il 68,6%. Come fanno le pmi a resistere?"

Produzione industriale
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26,5 miliardi di euro all'anno. Tanto costa la burocrazia alle piccole e medie imprese italiane. Un altro record negativo tra i Paesi più industrializzati. A dirlo è la Cgia di Mestre, secondo la quale ogni pmi (meno di 250 addetti) italiana deve farsi carico ogni anno di circa 6mila euro, soprattutto per espletare tutti gli adempimenti richiesti per i propri dipendenti (6,9 miliardi di euro l'anno complessivamente).

Pesa poi la previdenza (3,03 mld), mentre la sicurezza nei luoghi di lavoro costa alle imprese circa 4,6 miliardi di euro l'anno. 2,7 miliardi, invece, se ne vanno in costi amministrativi (dichiarazioni dei sostituti di imposta, le comunicazioni periodiche ed annuali Iva) ai quali si aggiungono i costi per la contabilità. "Auspicando che il pacchetto semplificazioni messo a punto dal governo Monti trovi attuazione in tempi rapidissimi - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - non dobbiamo mai dimenticare che i più penalizzati da questa burocrazia così opprimente sono le micro imprese e i lavoratori autonomi che, a differenza delle aziende di maggiori dimensioni, non posseggono una struttura amministrativa in grado di sbrigare tutte queste incombenze.

Se teniamo conto che il carico fiscale sugli utili di una impresa italiana ha raggiunto il 68,6%, contro una media presente in Germania del 48,2%, c’è da chiedersi come facciano i nostri imprenditori a reggere ancora il confronto con un fisco ed una burocrazia così opprimenti"

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