Sorpresa, in cima all'elenco delle paure degli italiani - nonostante la crisi - non c'è lo spread tra i titoli di Stato italiani e tedeschi. Chi ne era convinto deve ricredersi. A preoccupare di più i nostri connazionali non è l'altalena del differenziale tra Btp e Bund. Vengono prima argomenti molto più concreti, come il caro benzina e l'aumento del carrello della spesa.
I numeri parlano chiaro. Quasi un italiano su due (il 48%) è preoccupato da quanto gli costerà fare il pieno all'automobile. E uno su quattro (il 25%) suda freddo ogni volta che si tratta di entrare in un supermercato. Il dato lo fornisce Coldiretti, al termine di un sondaggio d'inizio autunno che rileva anche come gli italiani stiano particolarmente attenti pure alle spese scolastiche. Il 5% dei nostri connazionali teme l'aumento del costo di libri, cartelle e cancelleria.
I risultati del sondaggio mostrano un lato inedito della crisi: la conferma che da finanziaria è diventata economica. Che non si tratta più soltanto di Borse e mercati, ma di far quadrare le spese quotidiane, di arrivare a fine mese. La pompa di benzina fa più paura dei gesti di un operatore di Borsa. E allora serve agire sull'economia reale, dare una spinta alla ripresa.
In un Paese dove il crollo degli acquisti inizia a farsi sentire su generi di consumo quotidiani: latte (-7%), olio (-5%), pesce (-4%), ma anche carne di maiale e vino (-2%) e frutta, pasta e
carne di manzo (-1 per cento), bisogna tornare - spiega Coldiretti - a investire sulle piccole e medie imprese del sistema Italia, favorendone lo sviluppo e valorizzando la trama dell'economia nostrana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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