Confcommercio: "Il Pil rallenta all'1,2% nel 2018"

La Confcommercio redige le stime economiche del nostro Paese: nei prossimi due anni l'economia potrebbe rallentare

Confcommercio: "Il Pil rallenta all'1,2% nel 2018"

La crescita economica italiana sta rallentando e il 2018 porebbe chiudersi con un Pil all'1,1%, mentre nel 2019 potrebbe frenare nuovamente all'1%. Le previsioni sono emerse da un'analisi della Confcommercio sull'andamento e sulle prospettive economiche, alla luce delle misure della legge di bilancio.

L'inserimento nella prossima legge di bilancio delle misure previste dal contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle potrebbe far salire il deficit del 2019 al 2,8% del Pil: "la realtà implica che un deficit a 0,9% non è più verosimile", dato che "parte degli spazi di flessibilità per il 2019 sono già stati consumati". Infatti, secondo le previsioni, la revisione della legge Fornero costerebbe 5 miliardi, altri 5 se ne andranno per la mini flat tax e altrettanti per la prima fase di avvio del reddito di cittadinanza.

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sostenuto inoltre che lo scambio tra più Iva e meno Irpef porterebbe a degli errori, perché "non riduce la pressione fiscale complessiva, colpisce i livelli di reddito più bassi, incide sulla domanda interna in una fase di rallentamento della crescita complessiva del Paese". L'aumento dell'Iva frenerebbe la crescita del Pil, con un impatto negativo sui consumi.

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, sottolinea di essere partito "da una situazione che abbiamo trovato in cui era previsto un andamento della finanza pubblica su cui c'era stato un accordo con la commissione europea. Erano basati su un forte incremento della pressione fiscale, le famose clausole di salvaguardia. Il primo problema è affrontare questo punto perché intenzione di questo governo non è permettere un aumento ma andare verso la riduzione della pressione fiscale. Il primo impegno è dunque sterilizzare le clausole.

Questa è la prima parte della manovra: a questo punto si passa dal non aumento della pressione fiscale a quello che possiamo fare per ridurla su questo ci stiamo muovendo". Crescere sì, ma assicurando sempre la stabilità economica dell'Italia.

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