Confindustria, ora Boccia si rimangia l'endorsement alla Lega

Il presidente di Confindustria, finito nella bufera per le dichiarazioni pro Salvini, fa marcia indietro: "Solo una provocazione alla Lega"

Confindustria, ora Boccia si rimangia l'endorsement alla Lega

"Nessun endorsement, anzi una provocazione alla Lega". Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia si rimangia le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi secondo cui la Confindustria crede "fortemente nella Lega". "Il senso delle parole pronunciate in Veneto - ha precisato l'imprenditore ai microfoni di Circo Massimo - era che i provvedimenti del governo sono i provvedimenti del governo, non di una parte o dell'altra parte". E che, quindi, la Confindustria, che con la Lega ha un rapporto di "confronti serrati nella logica delle ragioni dello sviluppo e dell'economia" in diverse regioni del Nord, si attende da parte del Carroccio posizioni simili anche nell'ambito dell'azione dell'esecutivo.

Entrando nel merito della manovra economica Boccia lancia un appello al premier Giuseppe Conte, "l'avvocato del popolo", affinché i membri del governo non portino più attacchi personali ai membri delle rappresentanze sociali quando questi criticano il loro operato. "Mi rivolgo al governo, non al singolo ministro. E la domanda che facciamo è se si intende rispettare le rappresentanze sociali", ha affermato Boccia ai microfoni di Radio Capital, commentando dichiarazioni rilasciate dal ministro allo Sviluppo economico Luigi Di Maio all'indirizzo di Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto. "Sto parlando di rispetto, non di condivisione, non di contaminazione".

Al reddito di cittadinanza, che sta trovando forti resistenze tra gli imprenditori, Boccia riconosce di porre una "questione sociale" ma si affretta anche a spiegare che "non deve essere un

elemento che disincentivi il lavoro". "Come lo fai è determinante", ha, poi, chiosato il numero degli industriali auspicando che la misura non porti nemmeno a "un aumento del lavoro nero".

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