Confindustria: "Turbolenze non finite"

Nonostante i dati di agosto abbiano sorpreso positivamente gli industriali, Confindustria teme l'incognita voto, della gestione Ue della crisi e del voto Usa

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi

Per l’Italia "le turbolenze non sono finite" e "il quadro resta, da tempo ormai, condizionato dalle incognite sulla composizione del Parlamento che uscirà tra pochi mesi dalle elezioni".

Lo scrive il Centro studi di Confindustria nella sua analisi mensile, aggiungendo che "le statistiche in agosto hanno sorpreso all’insù, ma il clima di fiducia rimane ai minimi e il "meno peggio" estivo può
tradursi in una flessione più marcata in autunno, complice il deterioramento nel resto della Ue. Tuttavia, la caduta della domanda interna è stata così violenta da creare spazi per un rimbalzo e l’indice anticipatore Ocse predice la graduale attenuazione della riduzione del Pil nei prossimi trimestri"
.

Passando all’economia globale, secondo Confindustria questa "rimane debole" perché "patisce l'incertezza politica, anzitutto europea, nella gestione della crisi, in cui ora si sommano gli aggiustamenti dei bilanci privati e quelli dei conti pubblici, che comprimono disponibilità di credito e domanda di famiglie e imprese".

Secondo viale dell'Astronomia, "la principale fonte di instabilità rimane l’Eurozona, dove gli indicatori qualitativi mostrano un peggioramento della recessione nel trimestre in corso; i passi avanti istituzionali compiuti hanno nettamente ridotto il rischio di dissolvimento della moneta unica, ma non bastano a rompere il circolo vizioso "recessione-restrizione di bilancio- banche
selettive", benché nel 2013 l’impatto delle manovre sarà un pò meno duro; perciò un buon pezzo di quel rischio rimane negli spread e nei livelli dei tassi pagati da alcuni paesi e ne

acuisce le difficoltà".

Inoltre, un’altra causa di indecisione "è costituita dall’esito delle presidenziali USA, per le ricadute che avrà sulle scelte di bilancio pubblico e, più in là, della Fed".

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