A causa dell'applicazione a livello nazionale di una normativa comunitaria, a partire dal 1 gennaio 2021 sono cambiate le regole in caso di conto corrente in rosso.
Fino alla fine dello scorso anno, per andare in default con un istituto di credito, era necessario che si verificasse una delle seguenti situazioni, come spiegato da La legge per tutti: 1)"la banca ritiene improbabile il recupero del credito senza l’escussione delle garanzie", oppure 2)"il debitore presenta un’insolvenza da oltre 90 giorni su esposizioni che superano determinate soglie" (180 giorni, ad esempio, per le pubbliche amministrazioni).
Ora per andare in default automatico è sufficiente avere un debito superiore ai 100 euro per privati e piccole/medie imprese "che abbiano un’esposizione nei confronti della banca inferiore a 1 milione di euro" o superiore ai 500 euro per imprese con esposizione oltre il milione di euro o "superiore all’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca".
A restare invariato e valido è invece il limite temporale dei 90 giorni consecutivi di conto corrente in rosso, fatta eccezione per alcuni casi specifici (180 sono i giorni concessi, come detto, per le amministrazioni pubbliche). Quando l'istituto bancario si viene a trovare dinanzi ad una condizione di potenziale rischio, prima di agire e dichiarare il default del proprio cliente valuta se si tratti o meno di una situazione risolvibile in breve tempo o irrecuperabile. L'esempio può essere quello di un lavoratore privato a cui viene versato in ritardo lo stipendio mensile. Se i suoi pagamenti automatici (utenze, rate, polizze) scattano il primo giorno del mese ed entro il 31 del mese precedente costui non ha ancora ricevuto il compenso per il proprio lavoro (che magari riceverà dopo qualche giorno) si viene a prefigurare una situazione risolvibile. "La banca può leggere questo episodio come un 'incidente di percorso' che si chiuderà nel momento in cui arriva lo stipendio del cliente". Ecco spiegata la funzione dei limiti temporali: l'istituto di credito ha un limite di tempo entro il quale valutare se si tratti di un episodio isolato e quindi rapidamente risolvibile o di una situazione problematica da segnalare con preoccupazione.
Cosa accade nel cado in cui si verifichino esposizioni con diverse banche? "Queste vengono sommate nel caso in cui gli istituti di credito appartengano allo stesso gruppo", spiega ancora La legge per tutti. "Inoltre, un debitore messo in sofferenza da una banca rimane segnalato a tutte le altre del gruppo. Non solo: il default di una singola esposizione porta con sé il deterioramento automatico di tutte le altre esposizioni nei confronti della stessa banca".
È bene tuttavia ricordare che la nuova normativa europea non impedisce a un potenziale cliente di avere un conto in rosso. Le parti che sanciscono l'accordo, infatti, possono comunque concordare uno sconfinamento, che non diventa un diritto del cliente, bensì viene a prefigurarsi come "favore" da parte dell'istituto bancario. Un favore non certo disinteressato, dato che viene ricambiato con l'applicazione di commissioni quando si vada al di sotto della soglia zero. Quindi "la banca può continuare a consentire al suo cliente di sconfinare, cioè di andare in rosso entro una certa soglia ed in cambio di una commissione di istruttoria veloce, la cosiddetta Civ. In questo modo, il correntista non si troverà il conto bloccato per il pagamento automatico di bollette o di stipendi quando queste uscite comportino uno scoperto".
Tenendo sempre presente che comunque la banca può rifiutarsi di concedere al cliente questa chance: "se non c’è una clausola che permette di andare in rosso, si può finire segnalati alla centrale dei rischi per poche centinaia di euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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