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Ecco perché il bonus baby sitter è un bluff

Per ottenere il bonus la condizione è che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore che usufruisca di forme di sostegno al reddito e che non sia disoccupato o non lavoratore. Il dubbio è su chi è in smart working o in ferie forzate

Ecco perché il bonus baby sitter è un bluff

Per sostenere le famiglie in questo periodo di emergenza coronavirus arrivano i bonus baby sitter 2020, una novità inclusa nel decreto “Cura Italia” voluto soprattutto dal ministro della Famiglia Elena Bonetti per aiutare le mamme e i papà che, a causa della chiusura delle scuole si sono trovati ad affrontare il problema di seguire i figli a casa pur dovendo continuare a lavorare. Un provvedimento, questo, alternativo al congedo parentale straordinario e permette di pagare il servizio di baby sitting per chi avesse figli fino ai 12 anni di età mentre non c'è limite di età per il figlio portatore di handicap.

Il bonus, che può essere erogato fino al tetto massimo di 600 euro indipendentemente dal numero dei figli presenti nel nucleo familiare, arriverà a maggio. L’importo per chi lavora nelle forze dell’ordine o nella sanità, invece, è pari a 1.000 euro. Inclusi in questo provvedimento vi sono anche i genitori adottivi e affidatari.

Il beneficio, però, spetta a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore che usufruisca di altre forme di sostegno al reddito (Naspi, Cigo, Indennità di mobilità o altro), o comunque che uno tra mamma e papà non sia disoccupato o non lavoratore.

A chiarire le tempistiche di pagamento è l’Inps con il messaggio numero 1465 del 2 aprile nel quale informa che l’erogazione del voucher segue le regole del libretto di famiglia. Questo significa che i genitori che usufruiscono del servizio di baby sitting devono rendicontare le ore di prestazione entro il 3 del mese. Il pagamento avverrà entro il 15 del mese stesso. L’indennità di 600 euro servirà a pagare le prestazioni delle baby sitter svolte tra il 5 marzo e il 30 aprile. Per questo motivo l’erogazione del bonus slitta a maggio.

La domanda per ottenere i voucher può essere presentata dagli iscritti all'Inps Gestione Separata, dagli autonomi (artigiani e commercianti) iscritti all'Inps, dai dipendenti del settore privato, dagli autonomi non iscritti all'Inps, cioè i Professionisti ordinistici con la Cassa professionale. In tutti questi casi la domanda deve essere fatta comunque dal sito dell'Inps dal 1° aprile.

Il bonus serve a pagare solo ed esclusivamente le prestazioni delle bambinaie che si sono svolte tra il 5 marzo, giorno di chiusura delle scuole su base nazionale, e il 30 aprile. La rendicontazione delle ore di prestazione deve essere effettuata dalla famiglia sull’apposito libretto Inps entro il giorno 3 del mese. Il pagamento delle prestazioni avviene entro il 15 dello stesso mese. Il voucher servirà per pagare il lavoro svolto dalle baby sitter, per un massimo di 15 giorni nel suddetto periodo.

Una volta terminata la compilazione della domanda per il bonus, l’utente può vedere il riepilogo dei dati inseriti. Dopo aver accettato le disposizioni sulla privacy, la domanda può essere salvata e inviata. Nei giorni successivi, lo stesso utente potrà accedere alla sezione "Consultazione" per visualizzare lo stato della domanda presentata, controllarne gli aggiornamenti e prelevare la relativa ricevua. L’Inps effettuerà le opportune verifiche e, in caso di esito positivo, il voucher verrà erogato in automatico sul libretto famiglia. Infine, per la definizione dell’istruttoria della domanda è necessario che l’utente abbia convertito il proprio PIN semplificato in PIN dispositivo.

Qualche dubbio sorge. Nel periodo preso in considerazione, quello compreso tra marzo e aprile, considerato che è scattato l’isolamento domiciliare le baby sitter possono incontrare difficoltà a recarsi a casa delle famiglie. Inoltre tantissimi genitori si trovano nelle condizioni di lavorare da casa, il cosiddetto smart working, o in ferie forzate e, quindi, si trovavano nelle abitazioni con i bambini.

Per quanto riguarda questi ultimi due casi, solo all'apparenza simili, non è stato chiarito se anche loro possono usufruire del bonus. Del resto, chi è in smart working un lavoro lo sta compiendo anche se tra te mura domestiche.

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