Stavolta Elon Musk non c'entra. Il Bitcoin è risalito ieri sopra i 50mila dollari, il massimo da tre mesi, fino a sfiorare i 1.000 miliardi capitalizzazione, senza ricevere tweet di sostegno, né pollici alzati da parte del guru di Tesla.
Altri i motivi del colpo di reni di cui hanno beneficiato anche le altre consorelle della regina delle criptovalute (Ethereum è tornata a superare i 3.350 dollari), da ricercare dalle parti di Eccles Building, il quartier generale della Federal Reserve.
Più passano i giorni, e più si fanno concrete le possibilità che la banca centrale Usa possa modificare il ruolino di marcia del tapering, ritardando il momento in cui verrà avviata la rimozione graduale degli stimoli almeno fino a dicembre. Un rimescolamento di carte inatteso, giunto quando ormai sembrava messa nero su bianco la decisione di chiudere entro la metà del prossimo anno il programma di acquisto titoli per complessivi 120 miliardi al mese, attribuibile a un unico motivo: la variante Delta, attualmente la causa di oltre l'80% dei casi di infezione negli Stati Uniti. La progressione dei contagi è una potenziale bomba collegata ai propositi di normalizzazione della politica monetaria. L'annuncio che l'atteso intervento di Jerome Powell, venerdì prossimo al simposio di Jackson Hole, si terrà in teleconferenza dà già di per sé la misura di quanto il livello di allarme si sia alzato rispetto a qualche settimana fa. Nella sua ultima uscita ufficiale, il presidente dell'istituto di Washington aveva ammesso di non poter al momento prevedere l'impatto sull'economia dell'ultima mutazione del Covid, ma un paio di giorni fa il presidente della Fed di Dallas, Robert Kaplan, è stato ben più esplicito: se il virus danneggia la crescita, allora la Fed potrebbe riconsiderare l'idea di suonare in anticipo la ritirata dagli aiuti. Gli ultimi dati macro non sono incoraggianti sullo stato di salute dell'economia a stelle e strisce: in agosto gli indici pmi di manifattura e servizi hanno segnato un netto calo, decisamente sotto le attese degli analisti e per il terzo mese di fila. Qualche timore legato all'inflazione potrebbe inoltre essere alimentato dal rally del petrolio (Wti e Brent hanno messo a segno ieri un rimbalzo di oltre il 5% dopo una settimana nera), spinto dal rinnovato ottimismo degli investitori sulla domanda cinese dopo l'assenza di nuovi casi di Covid-19 di origine locale nel gigante asiatico. Nè vanno meglio le cose nell'eurozona: l'indice Pmi manifatturiero è sceso questo mese al livello più basso dell'ultimo semestre, con la Germania che ha registrato il peggior risultato da sette mesi.
Così, se vacillano le convinzioni di un falco come Kaplan sull'opportunità di una stretta, è legittimo attendersi dalle colombe della Fed un atteggiamento ancora più prudente. Subito colto ieri dai mercati, con lo S&P 500 che a Wall Street ha aggiornato il suo record intraday portandosi oltre i 4.884 punti e con i future dell'oro schizzati sopra i 1.800 dollari. In parallelo, la nuova ascesa delle monete digitali, sostenute dal fatto che più i tassi restano ancorati a zero e gli stimoli intatti, e più il settore si ritaglia nuovi margini di crescita. Un altro boost è arrivato da PayPal che consentirà ai suoi clienti per la prima volta, a partire da questa settimana, di acquistare, detenere e vendere Bitcoin, Ethereum, Litecoin e Bitcoin Cash attraverso la piattaforma di pagamento.
Nel frattempo, molte società che lavorano sull'estrazione di bitcoin stanno cercando di lasciare la Cina dopo il giro di vite al settore dato da Pechino. L'esodo avviene però non senza difficoltà, a causa degli elevati costi di imballaggio e spedizione.
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