Dai badanti alle colf: come funzionano le detrazioni fiscali

Chi ha alle proprie dipendenze badanti e colf varie, se vorrà fruire di due agevolazioni fiscali, dovrà consegnare al lavoratore una dichiarazione ben precisa

Dai badanti alle colf: come funzionano le detrazioni fiscali

Da ora in avanti tutti coloro che hanno alle proprie dipendenze badanti, colf, assistenti familiari, baby sitter e via dicendo, dovranno ricordarsi di consegnare al lavoratore un documento ben preciso: si tratta di una dichiarazione che consente di fotografare “l' ammontare complessivo delle somme erogate” nel corso dell'anno.

Come spiega il quotidiano La Stampa, la distribuzione dell'attestato deve avvenire almeno 30 giorni prima della scadenza dei termini stabiliti per la presentazione della denuncia annuale dei redditi. Ma a che cosa serve precisamente questo documento?

È di fondamentale importanza per i lavoratori, dal momento che è solo grazie al citato attestato che queste persone possono compilare la propria dichiarazione dei redditi e chiedere l' Isee necessario per ottenere prestazioni agevolate o benefici fiscali. Da considerare inoltre che l'attestato serve agli extracomunitari per poter rinnovare il loro permesso di soggiorno in Italia.

Attenzione però, perché il documento di cui stiamo parlando non deve essere confuso in alcun modo con la certificazione unica di redditi di lavoro dipendente, cioè il Cu. Questo perché il datore di lavoro "domestico" non ha alcuna qualifica di sostituto di imposta, e dunque non trattiene in busta paga la ritenuta d'acconto Irpef.

Le detrazioni fiscali per il datore di lavoro

Certo, il datore di lavoro può fruire di due agevolazioni fiscali, ovvero deduzione e detrazione, legate al lavoro di colf e badante. Per quanto riguarda la deduzione, si intende la deduzione dei contributi Inps dal proprio tetto imponibile. È possibile dedurre quelli versati nel 2019, applicando però il criterio di cassa e non quello di competenza. Questo significa, aggiunge sempre La Stampa, che chi ha pagato “entro i termini di legge deve sommare i contributi versati nell'anno 2019”. In altre parole: quarto trimestre 2018, primo, secondo e terzo trimestre del 2019. Il tetto massimo è di 1.549,37 euro, una quota che riguarda la quota a carico del datore di lavoro.

La detrazione è invece relativa al costo della badante assunta per vegliare una persona non autosufficiente e inquadrata da un punto di vista contrattuale nei livelli super C o D. Nessun beneficio viene concesso a chi ha un reddito familiare annuo superiore a 40mila euro; viene inoltre stabilito nella misura del 19% calcolata su un massimo di 2100 euro, indipendentemente dal numero di badanti.

Le ultime considerazioni da tener presenti sono due: la detrazione è ammessa anche qualora il contribuente non sia il datore di lavoro effettivo

della badante (basta che il primo paghi il salario della lavoratrice) e una persona può chiedere al fisco entrambe le agevolazioni. Non ci sono riconoscimenti per chi non è tenuto a presentare l'annuale denuncia dei redditi.

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