La cura Monti aumenta il numero dei disoccupati

La riforma delle pensioni del governo Monti produce questo risultato fotografato dall'Istat: più lavoro ai cinquantenni, meno ai giovani

La cura Monti aumenta il numero dei disoccupati

Più over cinquanta a lavoro e meno occupazione per i giovani e i 35-49enni. È questo uno degli effetti della riforma delle pensioni del governo Monti. I dati Istat del secondo trimestre del 2012, infatti, evidenziano che "l’aumento dell’occupazione più adulta con almeno 50 anni, soprattutto a tempo indeterminato, si contrappone al persistente calo su base annua di quella più giovane e dei 35-49enni". Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale, a luglio, al 35,3% dal 33,9% di giugno: le persone in cerca di lavoro sono 618mila e rappresentano il 10,2% della popolazione in questa fascia d’età. "Il ritmo di crescita del tasso di disoccupazione dei giovani - hanno spiegato i tecnici dell’Istat - è tre volte
più elevato di quello complessivo". Complessivamente il tasso di disoccupazione si attesta, a luglio, al 10,7%, il dato più alto dal 1999 sulla base di confronti tendenziali. Su base annua il tasso è cresciuto di 2,5 punti percentuali.

Gasparri: coi tecnici l'Italia sta peggio

"Più disoccupazione, più inflazione, più tasse, spread a 450, crisi sociali più acute. Mentre si parla a vuoto di crescita e di fantomatici patti per l’Italia il paese arretra". Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri. "Non lanciamo anatemi, ma difficilmente - ha osservato - possiamo ascoltare lezioni da chi accompagna l’Italia
verso il declino. Il discorso che senza i tecnici sarebbe stato peggio regge poco. Oggi è peggio".

Critiche anche dal pd Fassina

"I dati di luglio sulla disoccupazione nell’euro-zona sono l’effetto inevitabile della recessione in corso - ha detto il responsabile economico del Pd Stefano Fassina -. Un’emorragia continua di lavoro, in particolare per le generazioni più giovani, per le quali si arriva, anche nel nostro Mezzogiorno, al 50%. Recessione in corso e stagnazione prevista per il prossimo anno e ulteriore aumento della disoccupazione si riflettono nell’innalzamento del debito pubblico in tutti i Paesi dell’euro-zona. Di quali ulteriori prove abbiamo bisogno per riconoscere che la linea di politica economica conservatrice prevalente nell’euro-zona, ossia austerità auto-distruttiva e svalutazione del lavoro, non
soltanto non funziona, ma aggrava i problemi della finanza pubblica e gli squilibri macroeconomici tra i Paesi della moneta unica?".

Cisl: è un bollettino di guerra

I dati Istat sulla disoccupazione sono "un bollettino di guerra", ha commentato Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl. "Non bastano più analisi e parole, servono azioni incisive e coordinate in un patto sociale per lo sviluppo e il lavoro".

Cgil: emergenza vera

I dati Istat, commenta Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil, "confermano la tendenza negativa che registriamo da anni, a conferma di una legge sbagliata e da cambiare e allarmano alcuni elementi non solo quantitativi, in particolare quelli sulla composizione della disoccupazione, la cui crescita continua e ne conferma il carattere strutturale. Dall’inizio dell’anno vi sono 700mila disoccupati in più, le crisi industriali aumentano di ora in ora e per i lavoratori pubblici il Governo ha fatto scelte di riduzione dell’occupazione".

Monti: dialogo con le parti sociali

Il capo del governo intanto ha organizzato diverse riunioni interministeriali per approfondire alcuni temi di rilevanza per l’attività di governo dei prossimi giorni.

Fra questi, informa una nota di Palazzo Chigi, vi è stata la preparazione dei prossimi incontri con le parti sociali incentrati sul tema della produttività e della competitività per la crescita e l’occupazione, che prevedono l’incontro con le organizzazioni imprenditoriali il 5 settembre e con i sindacati l’11 settembre.

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