E rispunta il nodo alla cravatta

Tante le stravaganze di Sergio Marchionne nei 14 anni del suo mandato alla guida operativa di Fca. E non è detto che siano finite ieri, con la cravatta indossata, in modo un po' disordinato, sopra la camicia a quadrettoni e sotto il pullover nero, questa volta con tanto di zip rispetto al tradizionale girocollo. Lo aveva promesso all'inizio dell'anno al Salone di Detroit: «Se me la troverete addosso, seppur per pochi secondi, vorrà dire che Fca ha azzerato il debito in anticipo...». Detto fatto. A ben guardare, però, il colore della cravatta è lo stesso blu che ritroviamo proprio nel giorno dell'esordio di Marchionne, in giacca scura, nelle vesti di ceo dell'allora Fiat Group. Era l'1 giugno 2004. Come per dire: «Così ho cominciato, prendendo in mano un'azienda con l'acqua alla gola; così sto per congedarmi, con un'azienda risanata e con zero debiti». E il presidente John Elkann, per tutta risposta, si è sfilato la cravatta (sempre blu) quasi a voler dare, per il futuro, un segnale di «continuità» con il lavoro svolto dal top manager.

Ieri la cravatta («sono almeno 10 anni che non me la annodo, non sono più capace», e si è notato), ma molto tempo prima l'addio alla grisaglia, indossata forse l'ultima volta al Lingotto Congressi per il lancio della Fiat Grande Punto. Era il settembre 2005. Qualche tempo dopo, ecco il primo segnale del «metodo Marchionne»: far capire, visivamente, che bisognava rompere con un passato eccessivamente ingessato. L'ad si presenta a un Salone di Parigi con un maglione marrone, al quale, avrebbe poi preferito quelli di colore nero.

Da allora il pullover, rigorosamente senza marchio e acquistato sul web, ha rappresentato una sorta di divisa d'ordinanza, tanto da fare anche tendenza (Oscar Farinetti, Matteo Renzi e altri). A proposito, Marchionne ha smesso di fumare (e di svaporare). Ma in questo caso dovrebbe trattarsi di un occhio di riguardo alla propria salute.PBon

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