Eni e l'inglese British Petroleum vanno a nozze in Angola. Dopo l'esperienza norvegese, il Cane a sei zampe aggiunge un altro tassello alla nuova strategia internazionale e crea le basi per una nuova società italo-inglese nel paese africano. Una nuova società che metta insieme tutti gli asset upstream delle due major in Angola (ovvero l'insieme dei processi operativi da cui ha origine l'attività di produzione), compresi tutti gli interessi petroliferi, gas e Gnl nel Paese. A sancire l'intesa, un memorandum d'intesa non vincolante siglato ieri dal gruppo energetico italiano che in Angola è presente da oltre 40 anni e ha business che valgono circa 200mila barili equivalenti di petrolio al giorno. Nel 2020 Eni ha prodotto nel paese africano 33 milioni di barili di petrolio e condensati, 0,6 miliardi di metri cubi di gas, 37 milioni di barili equivalenti di idrocarburi.
La newco avrà l'obiettivo di unire le forze dei due gruppi internazionali in una nuova società a controllo congiunto per promuovere futuri sviluppi e operazioni in Angola, generando «sinergie significative, creando operazioni più efficienti e aumentando gli investimenti e la crescita nel bacino», ha commentato il gruppo in una nota.
Ma non solo. Con questa business combination, che Eni potrebbe prossimamente replicare anche in altri Paesi, il gruppo deconsolida dal bilancio debiti e capex e tiene invece la produzione generata in loco. Con Bp, la società guidata dall'ad Claudio Descalzi è presente in Libia ed Egitto, poi, sono diverse le collaborazioni che il gruppo italiano ha con Shell in altre aree del mondo.
La newco avrà un suo piano industriale, sarà autofinanziata e si concentrerà «su ambiente sicurezza e salute, l'attuazione dei progetti e l'efficienza della produzione saranno aree prioritarie per il management» e «gli impegni di investimento sociale delle due aziende nel paese continueranno ad essere onorati». Eni e Bp hanno già comunicato al governo angolano la loro intenzione. Qualsiasi transazione finale, però, sarà soggetta alle approvazioni governative, normative e dei partner.
Di fatto, il modello che nascerà in Angola è sostanzialmente quello già attuato in Norvegia con Var Energi, una società leader nel settore dell'esplorazione e produzione di idrocarburi nata dalla fusione tra Point Resources AS e Eni Norge AS, consociata di Eni. Eni ne detiene una quota del 69,6% e HitecVision una quota del 30,4%.
Intanto in Borsa è stata una giornata da dimenticare per il titolo del Cane a sei zampe. Complice un pesante calo del petrolio, con il Brent e il Wti scesi rispettivamente del 2,2% e del 3% a 66,5 dollari e 63 dollari, l'azione del gruppo ha lasciato sul terreno 2,3 punti percentuali a quota 10,19 euro. Male anche British Petroleum che ha perso il 2,51 per cento.
La prossima settimana per gli azionisti del gruppo sarà il momento del dividendo. Essendo già stato distribuito un acconto di 0,12 euro per azione, il saldo dividendo 2020 di 0,24 euro sarà effettuato il 26 maggio, con data di stacco il 24 maggio
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