Eni e Snam, le azioni italiane per puntare sulla svolta green

Nella selezione Consultique le big danesi Ørsted e Vestas Nucleare, Edf è un'opportunità finché resterà in Borsa

Eni e Snam, le azioni italiane per puntare sulla svolta green

Gas e nucleare diventano investimenti sostenibili come le rinnovabili. L'assunto rivoluzionario approvato con la tassonomia Ue cambia non poco gli sviluppi industriali delle società del settore energetico e le prospettive di alcuni player che sono meglio posizionati su questi mercati. Volendo cavalcare questa novità, Consultique ha individuato per il Giornale cinque titoli che possono essere interessati dagli sviluppi green e dall'evoluzione della tassonomia Ue. Due società danesi, due italiane e una francese.

Sul fronte italiano, i titoli su cui puntare secondo Consultique sono Plenitude del gruppo Eni e Snam. La costola verde della oil & gas guidata da Claudio Descalzi ha posticipato l'Ipo in programma in queste settimane a causa dell'incertezza sui mercati finanziari degli ultimi mesi. Ma secondo Consultique, «questo operatore specializzato nella produzione e distribuzione di energia rinnovabile potrebbe attirare il grande interesse di fondi di investimento con focus sugli investimenti verdi, oltre che di investitori retail». I fondi si stanno posizionando nel capitale di diversi big del settore e il gruppo dell'Eni è considerato tra i meglio posizionati nella transizione energetica.

Snam, attiva nel segmento gas, e protagonista del piano di approvvigionamenti del governo «è sicuramente un player rilevante a livello globale. Oltre alla spinta green, la sua attività diviene centrale anche in ottica di sicurezza e diversificazione energetica nazionale. I recenti investimenti in rigassificatori galleggianti vanno in questa direzione. In generale il titolo si caratterizza per una stabilità dei fondamentali e per livelli di prezzo su utili non eccessivi». Insieme alla Golar Tundra rilevata a inizio giugno, la Bw Singapore consentirà di «contribuire al 13% del fabbisogno nazionale di gas, portando la capacità di rigassificazione a oltre il 30% della domanda», ha spiegato l'ad Stefano Venier.

Sul fronte danese, Ørsted, è una società energetica con un ampio prospetto di soluzioni dedicate all'energia rinnovabile. La società si occupa infatti di eolico e solare, di produzione di idrogeno e di bioenergia. «Si caratterizza per una buona e stabile redditività con prospettive di crescita legate allo sviluppo di nuove sedi produttive anche al di fuori della Danimarca», evidenzia Consultique. La sorella Vestas è poi l'altra società danese specializzata nella produzione delle turbine eoliche installate in tutto il mondo per la produzione di energia eolica.

Sul tema del nucleare in Europa ci sono riferimenti limitati e come spiega l'esperto «ci si deve focalizzare principalmente sulla produzione francese, la quale si concentra in un gruppo ristretto di società sulle quali il controllo statale è determinante. Una delle poche aziende attive nella produzione nucleare in Francia e quotate è Edf, il cui capitale è attualmente detenuto per l'84% dallo Stato». In prospettiva lo Stato francese arriverà al controllo totalitario in quanto, come ha sottolineato la premier Borne, «la transizione energetica passa per il nucleare».

I dettagli dell'eventuale aumento della quota controllata dallo Stato non sono ancora definiti, quindi l'andamento del prezzo del titolo Edf nei prossimi mesi sarà legato a tali dinamiche. Un'opportunità interessante da cavalcare.

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