Eni sorprende il mercato con utili trimestrali oltre il miliardo (da una perdita 2020 di 503 milioni) e pari a 5,9 miliardi nei nove mesi (+315%). Numeri che spianano la strada all'Ipo di Eni R&R, la società che integra le attività retail gas&power, le rinnovabili e la rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. In sostanza l'altro business del Cane a sei zampe che, cavalcando la transizione energetica, ha dato vita a nuovi sviluppi in parallelo a quelli tradizionali, e comunque oggi ancora molto profittevoli, legati a gas e petrolio. «La quotazione, attesa nel 2022 alla Borsa di Milano - ha detto il cfo di Eni, Francesco Gattei - punta a un veicolo indipendente che attragga capitali Esg, ne valorizzi il potenziale e acceleri la decarbonizzazione. Vogliamo portare in Borsa una società priva di debito e che possa raccogliere sul mercato 3-4 volte l'ebidta, anche fino a 5 miliardi alla fine del periodo del piano» nel 2024. E i capitali non potranno che confluire facilmente verso la quotazione, vista la fiducia che i mercati stanno dando al gruppo da diversi mesi e ancora ieri in occasione del test dei conti: il titolo Eni ha chiuso in rialzo a 12,40 euro (+1,97%).
Guardando ai numeri, nei primi nove mesi del 2021, l'utile rettificato è schizzato a 5,86 miliardi (da 4,4 miliardi) e a 1,43 miliardi (+54%) nel trimestre (l'ebit adjusted nel trimestre sale a 2,49 miliardi +22%) grazie «alla capacità di catturare lo scenario e alla crescita della produzione», spiega il gruppo. «Gli ottimi risultati di questo trimestre confermano il continuo trend di crescita delle nostre performance economico finanziarie», ha detto l'ad Claudio Descalzi precisando che il maxi barile e il super gas hanno spinto i conti «ai massimi degli ultimi anni». Inoltre, «nei primi nove mesi la forte generazione di cassa e l'attenta gestione dei costi ha reso disponibili oltre 4 miliardi di free cash flow, più che sufficienti a coprire l'intero dividendo e buyback 2021».
Fortissimo, anche in vista della quotazione, il rafforzamento nel green. Al 30 settembre 2021 la capacità installata da fonti rinnovabili è quasi triplicata rispetto al 31 dicembre 2020 (834 MW rispetto a 307 MW). Così, a fine anno, si prevede una capacità rinnovabile installata/in costruzione pari a 2 GW rispetto alla previsione di circa 1 GW. «Stiamo accelerando il piano di transizione: la quotazione verde che sarà finalizzata nel 2022 e di cui Eni manterrà la maggioranza, ci consentirà la valorizzazione di un modello di business unico, essenziale per la decarbonizzazione dei consumi della clientela retail», ha detto l'ad plaudendo alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (249 GWh nel trimestre) più che raddoppiata rispetto al periodo di confronto.
Bene anche gli altri settori come la chimica verde, che ha registrato una crescita
promettente focalizzandosi sui carburanti sostenibili alternativi per l'aviazione. Alla luce dei nuovi prezzi del gas Eni ha annunciato di essere in trattative con Gazprom per rivedere i contratti di gas a lungo termine.
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