"C’è bisogno di dire una parola forte e certa, di affermare che l’elusione e l’evasione fiscale non sono compatibili con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico". Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha rimesso al centro dell'azione di governo il contrasto all'evasione fiscale sottolineando che l’ammontare delle tasse evase è stimato dalla Corte dei Conti intorno ai 130 miliardi di euro all'anno. "Visto l’ordine di grandezza - ha spiegato - il rafforzamento della lotta contro la frode fiscale e l’evasione fiscale è non solo una questione di entrate, ma anche di equità sociale".
Nel saluto inviato in occasione del convegno La legalità fiscale italiana, asimmetrie e convergenze con l’Europa all’Agenzia delle Entrate, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha spiegato che per contrastare l’evasione fiscale sono necessarie "risposte coordinate a livello internazionale". "In un’economia globalizzata - ha osservato il titolare del dicastero di via XX Settembre - un’azione efficace di contrasto all’evasione fiscale internazionale non può limitarsi a misure domestiche unilaterali: si rendono necessarie anche risposte coordinate a livello internazionale". Saccomanni ha, quindi, fatto notareche l’evasione fiscale possiede una significativa dimensione internazionale: "L'ampia diffusione di strumenti che consentono l’agevole trasferimento crossborder di attività finanziarie, attraverso sistemi finanziari informatizzati, rende l’utilizzo del canale estero ai fini dell’evasione un’opzione percorribile da una platea di contribuenti più ampia rispetto al passato". Il numero uno del Tesoro ha, infatti, ricordato che, insieme a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, il governo italiano ha avviato, nell’aprile scorso, un progetto pilota per lo scambio automatico di informazioni fiscali basato su un modello di accordo che gli stessi Paesi hanno elaborato con gli Stati Uniti per l’implementazione del Foreign Account Tax Compliance Act (Fatca) e migliorare la compliance fiscale internazionale. "L’Unione europea ha fatto propria questa impostazione - ha concluso il ministro - e sta svolgendo un ruolo di primaria importanza nel promuovere un sistema globale per lo scambio automatico di informazioni".
In realtà, nonostante l’impegno e i grandi passi in avanti fatti negli ultimi anni, per Befera c’è "ancora molta strada da fare". Il fenomeno complessivo dell’economia sommersa, è l'allarme lanciato dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, ha ricadute pesantissime sul sistema economico e sociale del Paese. "Tali ricadute si manifestano sia direttamente, sul versante delle entrate erariali, oltre che falsando la normale e corretta concorrenza tra le imprese, sia indirettamente, sul versante delle prestazioni sociali", ha fatto presente Befera evidenziando anche la mancata dichiarazione dei redditi conseguiti. Un fenomeno che determina "un accesso indebito a quelle prestazioni sociali a cui, in gran parte, si accede sulla base della dichiarazione Isee, generando iniquità e perpetuando aree di privilegio che non sono compatibili con un sistema civile e democratico". In questo periodo di crisi, è la preoccupazione di Befera, "l’effetto redistributivo derivante dall’azione dello Stato è sempre più importante".
Secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, la diseguaglianza reddituale, che si sta sempre più accentuandosi, è "la vera patologia della nostra epoca" dal momento che "minaccia il funzionamento della democrazia e il senso della coesione sociale". "Nella nuova fase di competizione globale e dovendo fare i conti con l’attuale fase recessiva - ha concluso Befera, - nessuna economia può sopportare livelli di evasione come quelli registrati in Italia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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