"Siamo pronti a reinserire lo scudo, scrivendolo per bene, ma devono rinunciare ai 5mila esuberi". Lo ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, in un'intervista a Repubblica, parlando del caso dell'ex Ilva e della recessione dal contratto di affitto e acquisto di ArcelorMittal.
Il reinserimento dello scudo penale, però, potrebbe essere reinserito solo se il gruppo franco-indiano "rinuncerà ai 5mila esuberi". Non solo. "Ci può essere anche uno sconto sull'affitto- precisa Boccia-ma solo se Arcelor si impegna a nuovi investimenti. Solo così la partita si può riaprire".
Dello stesso parere anche il premier Giuseppe Conte, che al Fatto Quotidiano ha spiegato che "soltanto se Mittal cambiasse idea e venisse a dirci che rispetterà gli impegni previsti dal contratto (cioè produzione nei termini previsti, piena occupazione e acquisto dell'ex Ilva nel 2021) potremmo valutare una nuova forma di scudo". Il presidente del Consiglio, ha però precisato che uno scudo era stato offerto subito alla società: "Mi ha risposto che se ne sarebbe andata comunque, perchè il problema è industriale, non giudiziario. Quindi chi vuole reintrodurre lo scudo per levare un alibi a Mittal trascura il fatto che Mittal non lo usa, quell'alibi".
E, in merito alle parole di Conte, il ministro Boccia incalza: "Se Mittal non lo avesse ancora capito, dopo la visita del premier dovrebbe essere loro chiaro: non si possono fare ricatti sulla pelle dei lavoratori". Quindi, se i manager di ArcelorMittal decidessero di recedere comunque dal contratto, "si portano in tribunale". Poi, Boccia segnala come "i tecnici scelti dal precedente governo perdevano meno di Arcelor. È possibile che il più grande gruppo mondiale dell'acciaio faccia peggio dei commissari italiani? È strano. Ecco perché bisogna capire se sono vere quelle perdite. Capire da chi sono state comprate materie prime con prezzi fuori da mercato. Se per esempio fossero state comprate da altre aziende del gruppo Arcelor...".
Ora, la prissima mossa sarà "un nuovo incontro con i titolari, risolutivo per capire che intenzioni hanno per davvero".
Il premier spiega che questi "hanno avviato un'iniziativa giudiziaria con tempi lunghi e noi li anticipiamo con un procedimento cautelare ex articolo 700 del Codice di procedura civile per ottenere dal Tribunale di Milano, una verifica giudiziaria sulle loro e le nostre ragioni entro 7-10 giorni: non possiamo attendere i tempi lunghi di un accertamento ordinario".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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