Abolita l'Imu, i Comuni cercano risorse. E a farne le spese sono i cittadini che stanno per ritrovarsi tra capo e collo una stangata sulle addizionali, in attesa che anche queste vengano abolite dal Parlamento. Su poco più di 8mila Comuni italiani, quasi 2mila hanno infatti deciso di aumentare le aliquote Irpef per far quadrare i conti. Di questi, 267 sono arrivati all'aliquota massima pari allo 0,8% e senza esenzioni per le fasce di reddito più basse o scaglionamenti in base al reddito, come rivela il Corriere della sera.
Del resto, i Comuni si sono trovati da un giorno all'altro senza entrate certe e con una Service tax in arrivo dai contorni non ancora delineati. L'unica strada per ripianare i conti in vista della chiusura di bilancio del 30 novembre è quella dell'Irpef. Proprio come è successo a Milano, dove Giulano Pisapia ha deciso di dimezzare la soglia di esenzione passata da 33.500 euro a 15 mila e ha diversificato le aliquote per reddito, aumentando di conseguenza le tasse soprattutto ai meno abbienti, con incrementi più miti per i più ricchi. Una scelta presa anche da condivisa da altri Comuni come Arezzo (soglia di esenzione a 13.500 euro), Lecco, Reggio Emilia e Pavia (esenzione fino a 15 mila euro), Lucca (fino a 14 mila), Santa Margherita Ligure (fino a 40 mila euro).
Ben 267 Comuni in Italia hanno invece deciso per
una sola aliquota (quella massima) per tutti. Tra questi ci sono Biella, Campobasso, Chieti, Gioia Tauro, Messina, Rieti e tanti piccoli municipi che sperano così di raccattare quanti più soldi possibili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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