Fca, sì di Intesa al maxi finanziamento

Sui 6,3 miliardi la parola passa a Sace. E la Francia rilancia il mercato: 8 miliardi

Fca, sì di Intesa al maxi finanziamento

Ok dal consiglio di Intesa Sanpaolo alla delibera sul prestito in favore di Fca Italy per un importo pari a 6,3 miliardi, «considerato il ruolo fondamentale del finanziamento stesso per la filiera italiana dell'automotive», puntualizza una nota del gruppo bancario. L'efficacia di questa delibera è comunque legata all'ottenimento della garanzia pubblica, riconosciuta da Sace (Cdp), pari all'80% dell'ammontare, e una volta completato l'iter contrattuale con Fca Italy. Tutta l'istruttoria dovrebbe concludersi la prossima settimana. La pratica passerà, a quel punto, al ministero dell'Economia dove sarà oggetto di un decreto con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, previa l'approvazione da parte della Corte dei conti, come previsto dal Decreto Liquidità dell'8 aprile scorso. Per la serie: snelliamo i passaggi burocratici.

Intesa Sanpaolo, in questa occasione, ha definito un nuovo meccanismo che prevede l'utilizzo di conti correnti dedicati per la retribuzione dei dipendenti, i pagamenti dei fornitori e il supporto degli investimenti (5 i miliardi messi in campo da Fca per il polo industriale italiano), così da assicurare il sostegno necessario alla filiera automotive del Paese. Il settore interessa oltre 400mila addetti, più del 7% del settore manifatturiero; il fatturato vale 106 miliardi, è pari all'11% del comparto manifatturiero e al 6,2% del Pil nazionale. Inoltre, il 66% dei veicoli prodotti in Italia è destinato all'export, mentre il gettito assicurato è superiore a 76 miliardi, il 16% delle entrate fiscali complessive. L'automotive è anche il settore che investe più di tutti in ricerca e innovazione, con quasi 1,5 miliardi nel nostro Paese.

Una filiera, dunque, che senza un sostegno adeguato, alla luce della pandemia da Covid-19 e dei danni all'economia causati dal lungo lockdown, rischia di subire drammatici contraccolpi.

Piazza Affari, da parte sua, plaude l'avvio dell'operazione: +3,4% per Fca (7,94 euro) e +2,46% (48,80 euiuro) per la controllante Exor.

Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha sottolineato, visto il persistere delle polemiche, come in questa garanzia sul prestito, tecnicamente, lo Stato non dà un euro, ma ci guadagna: 150 milioni nel caso di Fca Italy. «Il modo migliore per far funzionare questa misura - il commento di Paola De Micheli, ministro dei Trasporti - sarà quello di attivare meccanismi di controllo affinché tale tipo di sostegno consenta attivamente di svolgere un potente effetto leva nell'economia nazionale».

Intanto, mentre parte l'operazione salvataggio del sistema industriale dell'auto, continuano a restare inascoltati gli appelli delle associazioni che rappresentano costruttori, concessionari e autonoleggio affinché il governo metta in campo iniziative di sostegno rispetto a una domanda che il lockdown ha di fatto quasi azzerato. L'ultimo appello, lunedì scorso, porta la firma di Anfia e Unione industriale di Torino.

Una lezione all'Italia arriva, in proposito, dalla Francia. L'Eliseo ha annunciato sostegni per 8 miliardi con l'obiettivo di fare del Paese la prima nazione produttrice di veicoli elettrificati in Europa: oltre 1 milione in 5 anni.

Inoltre, saranno rafforzati gli aiuti per chi ha basso reddito e intende cambiare la propria auto diesel o a benzina con una meno inquinante. Un progetto, dunque, che tende a rinnovare e «pulire» il parco veicoli, come chiesto da anni anche in Italia.

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