Il presidente della Fed, Jerome Powell, non cambia orientamento di politica monetaria e delude Wall Street. A poco più di un'ora dalla chiusura il Dow Jones ieri perdeva l'1,6%, mentre il Nasdaq lasciava sul terreno il 2,6 per cento. Un rialzo dei tassi prima del tempo «avverrebbe in un'economia che non si è ripresa appieno» dalla crisi coronavirus, ha dichiarato Powell partecipando a un evento del Wall Street Journal. «La nostra politica è appropriata», ha aggiunto. Il presidente Fed ha quindi evitato di rispondere a una domanda sulla possibilità di un secondo mandato («Il mio focus è sulle sfide attuali, c'è ancora molto da fare») ed ha voluto lanciare un messaggio positivo: «Useremo ogni strumento a nostra disposizione per sostenere l'occupazione» anche se «è molto improbabile che raggiungeremo la massima occupazione quest'anno: dobbiamo ancora recuperare 10 milioni di posti di lavoro».
Analogamente Powell ha ribadito che «con la riapertura delle attività economiche è possibile una temporanea ripresa dell'inflazione» anche se «non è atteso un gran balzo dei prezzi». Il presidente della Fed, Jerome Powell, non ha voluto rispondere a chi gli chiedeva della possibilità di un secondo mandato. La posizione, tutto sommato attendista, ha penalizzato anche il reddito fisso: il prezzo del T-bond decennale è sceso e il rendimento, di conseguenza, è salito sopra l'1,5% all'1,52 per cento.
Le Borse hanno scontato anche l'inattesa decisione dell'Opec+ di mantenere gli attuali livelli produttivi di greggio anche nel mese di aprile. «I ministri - si legge nel comunicato finale - hanno preso atto, con gratitudine, della significativa riduzione volontaria dell'offerta effettuata dall'Arabia Saudita, entrata in vigore il primo febbraio per due mesi, che ha aiutato a sostenere la stabilità del mercato. I ministri hanno anche lodato l'Arabia Saudita per aver deciso di estendere i tagli di un milione di barili al giorno per il mese di aprile 2021».
A essere esentati dalla decisione Russia e Kazakhstan «autorizzati ad aumentare la produzione rispettivamente di 130mila e 20mila barili al giorno, per motivi di consumo stagionali». Immediati i riflessi sulle quotazioni: il Wti è salito del 5,15% a 64,4 dollari, il Brent del 5,1% a 67,3 dollari.
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