"Un’azienda privata può fare quello che vuole". Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi non si lascia certo tirare per la giacchetta da quelli che vorrebbero opporsi al percorso che sta portando il colosso torinese sempre più fuori dal panorama italiano. "La Fiat - ha fatto notare la Guidi - è un’altra azienda rispetto a quella che era negli anni Ottanta".
Tornano al centro del dibattito politico-economico le strategie del Lingotto. Nel corso della trasmissione 2Next, negli studi Rai di Saxa Rubra, la Guidi ha invitato la politica a non interferire col privato: "Non voglio fare il difensore di nessuno, tantomeno della Fiat, ma rispetto agli anni Ottanta è un’altra azienda, ha fatto investimenti". Tuttavia, a giudizio della titolare dello Sviluppo economico, in generale bisognerebbe "creare le condizioni perché qualunque azienda italiana e non, ritrovi un valore aggiunto ad investire nel nostro paese". "Nessuna azienda - ha avvertito - può essere trattenuta a forza e obbligata per legge a investire in un Paese". Pur facendo parte del governo Renzi, la Guidi ci ha tenuto a rimarcare la netta distanza che deve intercorrere tra la politica e l'impresa. Non a caso lei stessa, imprenditrice "prestata" alla politica, non ha mai avuto una tessera in tasca. "E mai l'avrò...", ha spiegato.
"Nel momento storico che l’Italia sta vivendo - ha spiegato il ministro - se se lo può permettere, l’imprenditore ha il dovere morale di tenere botta e preservare i livelli occupazionali". Alla politica, invece, chiede di fare la propria parte agevolando le imprese. A partire dal taglio delle tasse. l taglio dell’Irap, per esempio, rappresenterebbe un segnale importante, "una boccata di ossigeno che le imprese si aspettavano". "Si può fare di più, certo, ma comunque siamo partiti - ha continuato la Guidi - tutti si aspettano sempre di più e di meglio, ma il pacchetto, comunque, non è finito".
Ai microfoni di 2Next la Guidi è entrata anche nel merito delle nomine che il governo si appresta a fare per le aziende a partecipazione pubblica.
"Quello delle quote rosa è un principio giusto - ha assicurato - un governo che ha già otto ministri donna non potrà non tenerne conto". Tuttavia ha smentito di aver consegnato una lista di nomi: "Non ho consegnato nulla a nessuno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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