Fiat, Della Valle insiste: "Improvvisati che prendono in giro"

Il patron della Tod's: "Questi improvvisati della Fiat ci vogliono raccontare perché non fanno automobili in Italia. Ci prendono in giro con argomenti non convincenti". Marchionne: "Faccio vetture non borse"

Fiat, Della Valle insiste: "Improvvisati che prendono in giro"

Diego Della Valle affila le armi e sferra un nuovo attacco ai vertici del Lingotto: "Questi improvvisati della Fiat - dice a un convegno della Bocconi, a Milano, davanti al ministro Passera - ci vogliono raccontare perché non fanno automobili in Italia. La banalità è tale che l’indisponenza viene perché ci si vuole prendere in giro con argomenti non convincenti". La Fiat, insiste, è stata presa "con le mani nella marmellata perché se ne voleva andare, con gli uffici stampa che lavorano più degli uffici progettazione". Poi aggiunge che "se qualcuno viene dall’estero, tipo la Volkswagen, farà belle macchine. La crisi esiste per chi non ha nulla da vendere". E l'attacco non poteva essere più duro.

Poi si autoincensa "Noi siamo una tipologia di imprenditori che è abituata a farcela da soli - ha spiegato il patron della Tod’s - non è che tutte le mattine ci alziamo e andiamo dallo Stato per chiedere aiuti di sorta". In questo Paese, prosegue, "non è comodo fare delle critiche, c’è sempre il gruppo dei benpensanti che dicono che non è il modo di fare", ma "qualcuno in maniera molto elegante venerdì sera ha detto in un comunicato che non avrebbe rispettato più nulla" e chiederei agli operai Fiat "che devono andare a casa se trovano elegante questo modo di fare".

Poche ore e arriva la replica - stizzita - di Sergio Marchionne: "Della Valle la smetta di rompere le scatole. Non parliamo di gente che fa borse, io faccio vetture. Dite a Della Valle - prosegue l'ad Fiat - che con quanto lui investe in un anno in ricerca e sviluppo noi non ci facciamo nemmeno una parte di un parafango".

Intanto, sempre sulla Fiat, il premier Mario Monti sull'incontro di sabato scorso rivela che "contribuzioni finanziarie non sono state chieste". Poi precisa: "Se fossero state chieste non sarebbero state concesse". "Il governo -ha insistito il premier- è impegnato non a dare aiuti finanziari ma a creare condizioni di contesto che consentano di salvaguardare la produzione industriale". Della casa automobilistica torinese parla anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: "Ritengo che un grande Paese manifatturiero non sia tale senza la presenza di una forte industria automobilistica. In modo particolare nel nostro Paese Fiat è stata sia in passato, e mi auguro che continuerà ad esserlo anche in futuro, un punto di riferimento importante.

Non dimentichiamo anche - ha continuato - che attorno a Fiat si è sviluppato un indotto di straordinaria qualità che è capace di essere competitivo nel mercato globale". Sull’incontro tra i vertici del Lingotto e il governo, infine, Squinzi non si sbilancia: "Non ho dettagli poi è una situazione delicata perchè Fiat non è un’associata di Confindustria".

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