Al giorno d’oggi è tutt’altro che raro vedere un giovane lavoratore vivere ancora a casa dei propri genitori. La decisione di non lasciare il "nido" non è legata ad una questione sentimentale ma è una sorta di obbligo dovuto alle difficoltà economiche che ostacolano la naturale necessità di intraprendere un cammino autonomo. In questi ultimi tempi, poi, la crisi diretta conseguenza della pandemia di Covid non ha aiutato a migliorare le prospettive. Difficoltà a formare una propria famiglia significa anche denatalità. E questo è un altro grave problema della nostra società. Continuare a vivere con mamma e papà è una scelta che ha riflessi anche sulle questioni legate al Fisco.
Perché ci sono regole che tutti devono rispettare. Come ricorda il sito contocorrenteonline.it l’Agenzia delle Entrate utilizza il famoso redditometro per verificare che le indicazioni fornite dalle famiglie italiane in materia di reddito siano corrette. Con questo strumento il Fisco calcola il reddito complessivo del contribuente in un dato periodo di riferimento e le spese sostenute.
Si evince, quindi, che avere un reddito ed impiegarlo per contribuire alle spese quotidiane non è un fattore che esonera il nucleo da accertamenti e obblighi. Per tale motivo è necessario sottolineare che i controlli scattano anche per i nuclei in cui sono presenti figli conviventi che lavorano.
Le verifiche
Le verifiche scattano nel caso in cui si rilevi un discostamento eccessivo tra le entrate e le uscite. In pratica se si acquista un bene costoso ma sul conto dell’acquirente risulti denaro non sufficiente a coprire la spesa allora potrebbe esserci il sospetto che qualcosa non quadri.
La percentuale di discrepanza che fa scattare i controlli è del 20%. Superata tale soglia l’Agenzia delle Entrate avvia i controlli in relazione a specifiche spese riguardanti beni e servizi.
Le spese monitorate
Per compiere le verifiche l'Agenzia delle Entrate utilizza il già citato redditometro: questo strumento monitora i consumi come quelli legati all’abitazione, ai generi alimentari ed ai prodotti per la casa, alla sanità, all’abbigliamento, ai mobili, ai trasporti, alle comunicazioni, agli elettrodomestici ed al tempo libero.
Non solo. Perché nel raggio di azione del redditometro rientrano anche gli investimenti e i risparmi e le spese legate ai trasferimenti.
I controlli del Fisco scattano quando la presenza di figli lavoratori che producono reddito diverso utilizzato per coprire alcune spese incrementa il discostamento tra entrate e uscite oltre il 20%.
A quel punto dovranno essere i contribuenti a fornire i dovuti
chiarimenti in merito alle eventuali spese sostenute dal figlio e non dalla persona fisica i cui dati sono inseriti nell’Anagrafe Tributaria. Insomma, è inutile fare i furbi perché nulla sfugge al Fisco.
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