La rata che Atene doveva al Fondo monetario internazionale non è stata rimborsata. Già questo sarebbe sufficiente per dire che tecnicamente la Grecia ha prodotto un "evento di default". Lo mette in chiaro il Fondo salva-Stati, che sulla questione spiega però di non avere voluto "chiedere il rimborso immediato dei prestiti, né utilizzare il suo diritto di azione".
Per ora tutte le opzioni sono ancora aperte. Il Fondo di stabilità (Efsf), che è il maggior creditore di Atene, non esclude di chiedere il rimborso di 130,9 miliardi di euro di prestiti prima che scada. Una opzione che il numero uno, Klaus Regling, preferisce alle altre due possibilità: rinunciare al debito o chiederne il pagamento immediato.
Le alternative porterebbero a perdite pesanti per l'Eurozona.
Ciò non toglie che per l'Efsf "la possibilità di default sia naturalmente di grande preoccupazione. Si rompe l’impegno assunto da parte della Grecia di onorare i suoi obblighifinanziari verso tutti i suoi creditori, e si apre la porta a gravi conseguenze per l’economia greca e il popolo greco".
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