Il presidente del Banco Bpm, Carlo Fratta Pasini, ha comunicato al comitato nomine, al cda e al collegio sindacale la decisione «di non ricandidarsi in occasione del prossimo rinnovo del cda della banca». La scelta, si legge in una nota dell'istituto, è stata maturata «dopo aver considerato attentamente la durata della propria permanenza nella carica e i risultati positivi e, per certi versi, straordinari raggiunti da Banco Bpm a tre anni dalla fusione».
Fratta Pasini è da 25 anni nel mondo bancario: nominato consigliere del Banco San Geminiano nel 1995, è diventato poi presidente della Banca Popolare di Verona accompagnandone le fusioni con la Banca Popolare di Novare, con la Banca Popolare Italiana e, infine, con Bpm. Il successore di Fratta Pasini sarà individuato con l'ausilio di un head hunter che sottoporrà al comitato nomine e al board guidato dall'ad Giuseppe Castagna un elenco di 12 nomi per la lista di maggioranza in vista dell'assemblea del 4 aprile, mentre due consiglieri spetteranno alle minoranze e uno ai dipendenti.
L'uscita di scena dello storico numero uno del gruppo bancario può essere interpretato come un gesto di sensibilità nei confronti di eventuali future aggregazioni. Negli scorsi mesi era stata, infatti, adombrata la possibilità di una fusione con Ubi Banca. Ove mai il progetto si concretizzasse, il posto di Fratta Pasini potrebbe essere appannaggio dell'asse Bergamo-Brescia.
Occorre, infatti, ricordare che entro la metà del mese è atteso il via libera della Bce al patto di consultazione
tra i soci di Ubi coagulati attorno alle Fondazioni CrCuneo e Banca del Monte cui hanno già dato disponibilità ad aderire i soci Bosatelli (Gewiss), Bombassei (Brembo), Radici e Beretta. le manovre sono appena iniziate.GDeF
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